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“Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso” Khalil Gibran


Come mi son ritrovata ad affrontare un viaggio di 55 ore? Come mi son ritrovata a volare per oltre 100.000 km verso una terra sconosciuta?

Questa storia è per tutte quelle persone che si sentono chiamate a fare una scelta importante ma si sentono bloccate dalla paura.

La mia chiamata era per il Perù. O meglio, per un viaggio mistico.

Mi ero persa e avevo bisogno di ritrovarmi. Nonostante il Perù non mi abbia mai attratta particolarmente, mi ci sono ritrovata seguendo il mio intuito.

Voglio raccontarvi di come le paure, delle volte, esistano solo nella nostra mente e di come, siamo noi ad essere i veri ostacoli. Di come ho capito che affidarsi alla vita sia davvero l’unica cosa da fare.

Questa è la storia di come sono arrivata in quella terra magica. L’esplorazione mistica fuori e dentro di me, è iniziata prima e durante il viaggio verso Cuzco. 

E così sarà per voi, futuri esploratori. Dovrete solo rendervene conto.

Dopo un anno disseminato di circostanze sfavorevoli e dolori, avevo finalmente deciso di vivere un’esperienza profonda per voltare pagina una volta per tutte. Nel giro di qualche mese una relazione di 7 anni finita male e alcuni problemi familiari mi hanno dato uno schiaffone alquanto doloroso.

Per non parlare dell’aspetto lavorativo: fare l’impiegata nel campo dei mutui era una condizione che iniziava a starmi davvero stretta, era il momento di dare una direzione precisa alla mia vita lavorativa. Stavo toccando il fondo e questo mi ha permesso di aprire un po’ più gli occhi e capire che era tempo di risalire.

Dovevo prendermi dello spazio tutto per me e la classica vacanza passata in spiaggia a poltrire sotto il sole non mi bastava più, anzi, mi sembrava solo una perdita di tempo. Erano anni che seguivo corsi di crescita personale e spirituale e così cercavo un viaggio che mi aiutasse davvero a scavare in profondità e a trasformare la mia vita.

Senza grandi sforzi ma grazie a curiosi intrecci di amicizie, ecco apparire l’occasione di quel viaggio che tanto cercavo: Chakruna, la compagnia di viaggi mistici organizzata da Lorenzo Olivieri e Jacopo Tabanelli. (nella foto in basso a destra uno dei tanti magici incontri fatti durante il viaggio).

Essendomi decisa a partire tardi, nel mese di giugno, mi sono attivata subito per fare il biglietto aereo. Individuato online un ottimo volo, procedo con l’acquisto e… sorpresa! Il volo non è più disponibile. Ricomincio da capo, ma il biglietto più economico costava il doppio di quello appena perso. Panico. Chiamo immediatamente Lorenzo per chiedergli aiuto: non potevo permettermi quei prezzi, ma volevo partire a tutti i costi.

Lorenzo individua un volo con un ottimo prezzo, ma mi avverte: quel volo ha 4 scali all’andata e 5 al ritorno. Presa dalla fretta, per non perdere anche questa opportunità, rispondo: “non importa, voglio partire… prendimi quel volo, subito!”.

Ricevuta la mail di conferma, leggo con calma l’itinerario che mi aspettava: 55 ore e 17 minuti di viaggio. Credo di essere impallidita all’istante!

Mi ero mossa davvero tardi ed era l’unica soluzione possibile. Dicono che quando ti aspetta qualcosa di grande la vita prova a metterti sempre qualche piccolo ostacolo, come per vedere se davvero hai a cuore la sua realizzazione.

Che diamine, certo che avevo a cuore questo viaggio! Cosa avevo da perdere? Solo i regali che mi aspettavano sulle Ande. Zaino in spalle, si parte per il Perù!

Prima tappa: Germania. 21 ore di attesa e poi Miami. Da Miami a Bogotà, dove avrei passato tutta la notte. Da Bogotà finalmente Cuzco. Facile no? Non ho neanche mai avuto paura degli aerei. Anche se…Non avevo mai fatto viaggi così lunghi. Non avevo mai fatto viaggi così lunghi… da sola.

Ecco, inizio a pensare di non farcela. Se fossi impazzita tutto quel tempo, da sola? Sì, avrei portato dei libri da leggere, ma, ad un certo punto, ne avrei avuto abbastanza.  Mi immaginavo in un angolino dell’aeroporto, senza sapere cosa fare, in un Paese sconosciuto, probabilmente senza internet, senza un letto dove dormire comoda, o una doccia, e i secondi che avrei percepito come secoli…Cosa mai avrei potuto fare 21 ore nell’aeroporto di Düsseldorf?

E se, con tutti questi scali, mi avessero perso i bagagli, o se avessi perso un volo per una mancata coincidenza, come avrei fatto?! In un attimo l’entusiasmo iniziale era svanito: angoscia, dubbi e paure iniziavano a crescere sempre di più.

Sapevo che la fama di Bogotà non fosse delle migliori e, dato che solitamente dormire in aeroporto può rivelarsi più sicuro che dormire altrove, mi ero tranquillizzata pensando di optare per questa soluzione. E invece, come se non bastasse, mi sono sentita dire da amici che a Bogotà nemmeno l’aeroporto era sicuro.

Angosciata, cerco su internet e leggo: “non recatevi a Bogotà se non per motivi di lavoro inderogabili”. Okay, ero nel panico più totale.

Dopo qualche notte passata in bianco, assalita da mille pensieri, con la paura che strisciava in me, giungo ad una triste conclusione: “basta, mi farò rimborsare il volo e non parto più”.

Quanti viaggi facciamo con la testa. Quanti pensieri e paure possono sorgere in un istante ostacolando il naturale flusso delle cose.

Fortuna ci pensa la vita a guidarti, a ricordarti che le cose sono molto più semplici di quello che crediamo e che possiamo decidere in ogni momento di coltivare la fiducia anziché la paura. Il “destino” aveva in serbo per me una sorte ben diversa da quella che immaginavo e, soprattutto, mi stava insegnando l’arte dell’affidarsi.  Se ci penso, mi brillano ancora gli occhi.

Quel viaggio che temevo così tanto si è rivelato essere una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto.

Non vedo l’ora di raccontarvelo, appuntamento alla prossima settimana… stay tuned!