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A fine settembre ho avuto l’onore di poter far parte del team del ritiro chiamato Etna Therapy 2.0 organizzato da Carlo Taglia (Vagamondo) insieme a Jacopo Pennisi e Won Won Myeong. 

progetto ecovillaggio

in mezzo a Carlo Taglia Vagamondo e Jacopo Pennisi

E’ stata una magnifica esperienza, un laboratorio di comunità insieme a 25 persone che arrivavano da tutta Italia, in una meravigliosa villa del ‘700 (di proprietà della famiglia di Jacopo Pennisi) alle pendici dell’Etna. Le foto che vedi in questo articolo vengono proprio da questo ritiro.

progetto ecovillaggio carlo taglia

Una parte del gruppo durante una pausa musicale

Insieme abbiamo vissuto, trascorso colazioni, pranzi e cene in comune, ci siamo messi alla prova, grazie allo yoga, la danza, escursioni all’Etna, e la formazione per i viaggiatori che Carlo ha condiviso con tutti, raccontando le sue esperienza in giro per il Mondo senza aerei.

vivere in comunità

parte del gruppo in meditazione su un cratere dell’Etna

Alla fine di questa esperienza, ho chiesto a Carlo di più sul suo progetto di Ecovillaggio in Italia, e queste che stai per leggere sono state le risposte. Ti auguro buon viaggio nel nuovo mondo in cui le persone nel futuro vivranno in pace, nella natura in tutto il mondo.  

Carlo, cosa significa per te la parola EcoVillaggio?

Carlo Taglia Vagamondo

carlo taglia

Immagino un insediamento di esseri umani che vive in simbiosi con la natura. Si cercano di eliminare i rifiuti e non creare inquinamento riciclando ogni scarto da quello alimentare a quello umano o animale. C’è un attento consumo delle risorse idriche e di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili. La vita ruota principalmente attorno all’agricoltura naturale e sinergica da cui si cerca di ottenere l’autosufficienza alimentare. Ci si prende cura anche della fertilità della terra cercando di arricchirla facendo ruotare coltivazioni di piante che favoriscono questo processo. L’obiettivo di un ecovillaggio è raggiungere l’autonomia, non solo alimentare, idrica ed energetica ma soprattutto sul piano emozionale. Infatti c’è un attento lavoro sulla comunità e sulla creazione di un terreno fertile anche per la relazioni umane.

Tutti sono maestri e tutti sono allievi.

progetto ecovillaggio

gli organizzatori del ritiro Etna Therapy 2.0 Won Won Myeong, Carlo Taglia Vagamondo, Jacopo Pennisi

Ognuno porta il suo talento e la sua conoscenza, condivide con gli altri la sua esperienza. Per me un ecovillaggio è l’università del futuro dove si studia come risolvere le problematiche ambientali, sociali e umane che affliggono la società moderna. E’ un centro di formazione con ritiri, seminari e corsi ma anche un luogo ricco di arte, cultura, musica e tutte le forme di espressione della magia che vive nell’animo umano. Immagino un’oasi di pace dove possono trovare rifugio e accoglienza tante anime. Chi per un breve periodo e chi per un lungo in base alle proprie necessità e a quelle del progetto.

Un luogo che cerchi di preservare negli esseri umani quella purezza, curiosità e vitalità che abbiamo fin da bambini. Quindi che metta la pedagogia al centro di tutto.

Da cosa è mossa la tua motivazione di creare un EcoVillaggio?

Credo che l’ecovillaggio sia il modo di vivere più umano, consapevole e sostenibile. Credo che sia l’unica via per permettere all’umanità di trovare serenità perché le città sono ambienti malsani.

creare un ecovillaggio

Vivere in un ecovillaggio a contatto con la natura responsabilizzerebbe di più l’uomo ad avere cura della Terra. In questo modo non vedrebbe la meraviglia che circonda come qualcosa di separato da se stesso, ma come parte della stessa essenza. Così si potrebbe arrestare la devastazione delle risorse del pianeta per seguire uno stile di vita, basato sul consumo sfrenato, che non è stato creato per il bene comune, ma solo per l’avidità di potere di pochi.

Penso anche che non siamo fatti per vivere chiusi e soli in un appartamento, soprattutto i bambini.

Abbiamo bisogno di crescere in una comunità e relazionarci con altri esseri umani fin da piccoli per esseri più autonomi e per un senso di appartenenza che serve per connetterci meglio con gli altri. Infatti una delle parti più importanti del progetto che vorrei realizzare riguarda l’educazione. Vorrei realizzare una scuola che permetta ai bambini di esaltare i loro talenti e che li renda individui autonomi e critici nel pensiero per essere in grado di prendere in mano la loro vita al momento opportuno.

creare un ecovillaggio

cerchio notturno di condivisione

Per me questo progetto è il seme che vorrei lasciare alle future generazioni prima di lasciare questo corpo.

Dove immagini che sarà la terra che darà vita a questa comunità nella natura e perchè?

Sogno di trovarla in Toscana o comunque in centro Italia. Sogno la Toscana perché è la regione italiana più attiva nella tradizione degli ecovillaggi. La bioediliza è più comune quindi accettata e permessa. Ci sono tanti progetti da cui prendere ispirazione e con cui fare rete.

vivere in comunità in natura

lo chef Federico in azione, dalla comunità Porto di Terra Sicilia

Ho tanti amici che vivono lì e non è lontano dal Piemonte dove vive la mia famiglia. Inoltre la Toscana è una regione abbastanza centrale dove chi arriva da sud o nord potrebbe venire a trovarci più facilmente. Ma se capiterà una buona occasione anche in altre regioni centrali ben venga. Io e un gruppo di amici, con cui sto realizzando il progetto, siamo aperti a più soluzioni. Se non troveremo nel centro Italia allora valuteremo anche la Sicilia dove si trova un clima e una fertilità del terreno uniche al mondo.

Quanti ettari stai cercando e di cosa avrai bisogno per far nascere questa comunità?

Stiamo cercando un terreno di almeno cinque ettari, ma più sarà grande e meglio sarà. Vogliamo occuparci anche della conservazione e protezione di aree boschive o specie di animali. Poi dipende anche dal prezzo naturalmente, abbiamo un budget. Cerchiamo una terra con una buona parte adatta a seminativo e un’altra boschiva. Serve una sorgente d’acqua con ampia capacità.

creare un progetto ecovillaggio

Un’area che non sia contaminata, che sia selvaggia ma che allo stesso tempo non sia a più di 30/40 minuti da un grande centro urbano.

Vogliamo realizzare una scuola quindi non dobbiamo isolarci troppo. Poi cerchiamo un casolare di almeno 400 mq in parte da ristrutturare ma possibilmente con una parte già agibile. Serve che le istituzioni del comune e della regione siano ben predisposte nei confronti della realizzazione di un campeggio con strutture rimovibili o in bioedilizia. Poi servono soprattutto tante belle anime che in maniera disinteressata e di cuore ci supportino passo per passo. Dalla ricerca del terreno, alla realizzazione del progetto di permacultura e allo sviluppo delle attività. Ma già stiamo ricevendo il supporto di tanti ed è commovente sentire questo entusiasmo.

Dalla tua esperienza, che messaggio vuoi mandare a chi si sente attratto a questo stile di vita insieme a te?

Di fare esperienze nelle tante realtà che già esistono. Di sperimentare sempre di più questo modo di vivere, ma provando proprio in diversi ecovillaggi perché ognuno è diverso a suo modo. Poi o fermarsi a supportare la realtà che più si addice a quello che si cerca oppure con altre belle anime cercare di realizzare un nuovo progetto.

etna therapy ecovillaggio

Dopo quello che abbiamo vissuto quest’anno c’è un grande bisogno di cambiamento e che più persone remino in questa direzione.

Più saremo e più sarà potente la trasformazione nel nostro modo di vivere.

Dobbiamo dedicare la nostra vita al servizio della Terra e dell’umanità, non esiste nulla di più prezioso.

Ora è il momento di fare questo passo. Non possiamo più rinviarlo ad un domani che non esiste. Nel caso si voglia realizzare un progetto proprio consiglio di non isolarsi o chiudersi troppo. Una volta le comunità nascevano per un rifiuto nei confronti della società moderna, come una fuga. Oggi sembra che invece queste comunità o questi ecovillaggi possano essere dei ponti per il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. E’ prezioso per tutti rimanere aperti e dedicarsi ad un bene comune.