Ho deciso di andare a visitare qualche ecovillaggio due mesi fa grazie all’iniziativa di Chakruna “Il giro degli Ecovillaggi Italiani”. E tutto é avvenuto “per caso”, conoscevo Chakruna già da anni e avevo iniziato a collaborare con loro da un po’, sapevo quindi che Lorenzo era rimasto bloccato in quarantena in un ecovillaggio in mezzo alla giungla, come racconta nel suo libro “La mia quarantena nella Giungla”, l’avevo mentre era lí su Skype e mi aveva raccontato di questa sua avventura, ma non potevo ancora sapere in che modo un’esperienza che stava vivendo un’altra persona sarebbe stata presto un’esperienza che avrei vissuto anche io di lì a poco.
Devo dire la verità, inizialmente non capivo cosa nello specifico mi motivasse a esplorare questa direzione. Tuttavia, sapevo che la mia curiosità mi aveva guidato spesso a conoscere persone e realtà fuori dall’ordinario e a ritrovarmi arricchita interiormente, per questo motivo avevo deciso di seguire la mia intuizione.
Quando hai un’intenzione chiara, la vita ti accompagna a vivere ciò che dichiari, e infatti dopo aver visitato la Città della Luce, e la comunità urbana in Rimini Assamil, ho trovato un invito ad intraprendere una vera e propria prova di vita in comunità, chiamata Aho’! organizzata presso La Colomb’era a Tavernelle (MS).
Questa avventura mi ha finalmente aiutato a rispondere alla domanda che mi ponevo da quando avevo intrapreso il mio giro per gli ecovillaggi: cosa nello specifico mi sta spingendo a curiosare nella direzione degli ecovillaggi?
Ma prima di rispondere vi racconto la mia esperienza.
Prove di vita in comunità: praticare l’ascolto, l’umiltà e la connessione con gli altri

Entrata della Colomb’era
La Colomb’era é un progetto nato solamente da 3 mesi, quattro ragazzi di trent’anni si sono uniti e hanno deciso di prendere uno spazio nel quale condurre una vita comunitaria. Organizzano corsi e eventi e propongono laboratori di crescita personale presso la struttura e hanno come obiettivo quello di creare uno spazio in cui creare relazioni consapevoli e facilitare la realizzazione di sogni e talenti valorizzando il territorio e la produzione locale. Si trova all’interno di un borgo medievale e comprende alcune case ubicate presso il paese sopra, Ripola, che é raggiungibile camminando in un sentiero in mezzo al bosco.
A partecipare a questa iniziativa, Aho!, eravamo un gruppo di 14 persone, c’era una ragazza di 16 anni con la mamma, un signore di 60 anni, ragazzi/e tra i 25 anni e i 40. Eravamo equilibrati fra uomini e donne e questo ha sorpreso positivamente tutti. Mi é piaciuto molto che il gruppo fosse così eterogeneo. Tutti diversi l’uno dall’altro, ma allo stesso tempo c’era qualcosa di profondo che ci univa.

Pranzo in Ecovillaggio presso La Colomb’era
Durante il primo pomeriggio abbiamo fatto delle attività di gruppo per conoscerci un po’ e nelle seguenti giornate abbiamo fatto diversi esercizi lavorando sulle nostre ferite e ombre. Abbiamo fatto molti cerchi di condivisione nei quali ognuno esprimeva in prima persona come si sentiva. Non ci era richiesto di rispondere o di dare consigli, ma semplicemente di ascoltare in modo empatico l’altro con il cuore aperto e il giudizio spento.
Quando qualcuno aveva bisogno di sentirsi ascoltato da una persona in particolare poteva richiedere una “mini”, nella quale con un tempo prestabilito fin dall’inizio, ad esempio 2, 5, 10 minuti, poteva parlare guardando negli occhi l’altra persona in totale centratura senza richiedere all’altro una risposta. Con questo esercizio l’intenzione é quella di dare fiducia all’altro stando certi che le risposte per ognuno di noi risiedono dentro e non fuori.
Abbiamo fatto anche attività all’aperto, nella pineta circostante, e nel bosco a fianco alla casa, nel quale si trovava un ruscello che con il suo dolce suono scandiva il ritmo delle nostre giornate.
Per contribuire ai servizi della casa ci siamo divisi in “Clan” e aiutavamo a turno per andare a prendere la legna, riassettare la casa, preparare il pranzo e la cena, e sparecchiare dopo mangiato. Ognuno si lavava il proprio piatto utilizzando delle bacinelle riempite di acqua, utilizzando il caffè come detersivo per sgrassare i residui del cibo.
L’ultima sera abbiamo fatto il fuoco nel bosco dove alcuni campeggiavano, abbiamo giocato, chiacchierato e cantato accompagnati dalla chitarra.
I facilitatori di questo evento si chiamano Waira e Soffio, avevo conosciuto Waira attraverso un video nel quale raccontava la sua vita in ecovillaggio all’etá di 23 anni e per questo mi aveva molto incuriosito. Mi sono piaciuti molto entrambi per la loro estrema umiltà, partecipavano entrambi alle attività e condividevano con noi le loro sensazioni, li sentivo al nostro stesso livello, e senza la bramosia di voler insegnare nulla, semplicemente con il desiderio di mettersi al servizio e sentirsi parte dell’intero gruppo.

Waira e Carlotta
La cosa che mi é piaciuta di più delle attività é stata che erano tutte esperienziali ed estremamente pratiche, non ci siamo persi in teorie varie, sperimentavamo su noi stessi e in relazione con l’altro le nostre emozioni e come ci facevano sentire.
Per prendere decisioni utilizzavamo il metodo della sociocrazia nel quale veniva presa in considerazione l’opinione di ciascun membro della comunità. Per mezzo di un esercizio di sociometria quando si doveva prendere una decisione ad esempio, se andare fuori a fare un’attività o stare dentro, ogni persona assumeva una posizione per descrivere la propria opinione nello spazio che veniva contrassegnato (dx restiamo dentro, sx andiamo fuori), e i facilitatori suggerivano dei modi per modificare la proposta accontentando i bisogni di tutti.
Vivere in comunità: cosa può insegnare a tutti
Questa esperienza é stata significativa e illuminante per me e come dicevo mi ha aiutato a rispondere al mio interrogativo. Cosa sto cercando per mezzo di questa esplorazione negli ecovillaggi d’Italia?
- Un senso di connessione più profonda con gli altri.
- Una vita maggiormente connessa alla Natura e ai suoi principi.
- Ritmi più lenti e maggior ascolto interiore.
E’ necessario per forza andare a vivere in un ecovillaggio o vivere in comunità per vivere in questa modalità?
La risposta, secondo me, é No.
Io credo che se ci impegnassimo a diffondere strumenti di comunicazione efficace come l’ascolto empatico, i cerchi, le mini, la sociocrazia ecc… all’interno delle nostre famiglie, business, scuole, organizzazioni, il mondo inizierebbe a cambiare davvero, o almeno, migliorerebbe parecchio.
Durante un cerchio di condivisione ho riflettuto sul fatto che siamo troppo abituati a voler dare sempre una nostra opinione quando ascoltiamo un’altra persona, e questo ci allontana mille miglia da cosa ci sta dicendo davvero l’altro. Siamo spesso incosapevoli delle ferite che ci fanno re-agire contro l’altro spesso perché in primis non ascoltiamo noi stessi.
Cosa succederebbe invece se ci fermassimo ad ascoltare davvero quali sono i nostri bisogni e quelli delle persone che ci stanno vicine?
Io credo fermamente che la vera rivoluzione sia quella interiore e si concretizza osservando in che modo ci stiamo relazionando con gli altri, ma anche con le notizie del telegiornale, con quello che sta succedendo nel mondo. Tendiamo a giudicare chi non la pensa come noi o ci accorgiamo che tutto é sempre un nostro riflesso?
Ritrovandomi a convivere con persone molto diverse da me mi sono ritrovata anche a chiedermi: quanto siamo pronti ad accogliere l’altro così com’é, senza volerlo cambiare, senza affibbiare etichette, ma semplicemente amandolo così come lo vediamo?
Sono stata attratta da questo mondo perché mi piaceva l’idea di conoscere uno stile di vita a contatto con la natura, nel rispetto dell’ambiente, ed ero curiosa anche di capire in che modo si potesse convivere con tante persone diverse ed andare d’accordo, sapendo prendere decisioni nel rispetto della libertà altrui.
Tuttavia, quanto ci stiamo impegnando ad avere rispetto dell’ambiente in cui viviamo ora? Quanto lasciamo liberi gli altri di fare il loro percorso senza cadere nel tranello di ostacolare le loro scelte perché diverse dalle nostre?
Per questi motivi non credo che la soluzione per cambiare il mondo sia quella di andare tutti a vivere in un ecovillaggio, credo che la vera soluzione sia impegnarci tutti a cambiare noi stessi, tuttavia credo che un’esperienza di vita in comunità ci possa ricordare i valori dell’ascolto, dell’umiltà, della connessione con gli altri e darci dei validi spunti per portare un cambiamento in ambito sociale, culturale, economico, ecologico.
Per questo motivo Chakruna, io e molti altri Ambassador del progetto “Il giro degli Ecovillaggi” continueremo il giro e a breve promuoveremo delle opportunità per fare prove di comunità all’interno delle strutture che abbiamo visitato e selezionato quest’estate. C’é già un gruppo whattapp che si sta popolando di interessati, se vuoi farne parte anche tu scrivici a ecovillage@chakruna.org
Questo momento storico sta facendo riflettere molte persone, e come tutte le grandi crisi della storia anche questo periodo sta mostrando ad alcune persone molte opportunità di cambiamento. Una di queste é la possibilità di abbandonare l’idea preconfenzionata di dover vivere separati dagli altri, e con questo non intendo che dobbiamo andare a vivere tutti insieme, se non lo vogliamo, ma avvicinarci all’idea di sentirsi meno separati anche dai nostri vicini di casa.
L’invito é quello di abbracciare l’idea di promuovere la collaborazione tra le persone, in ogni campo, per far sì di venirsi incontro sia da un punto di vista eco-sostenibile e sia da un punto di vista emotivo e di relazione con gli altri, per ricordarci che siamo tutti parti dello stesso disegno e che siamo complici della realtà che viviamo, sempre.
Credo in questa nuova umanità che ritrova la fiducia nell’altro e che inizia a creare il proprio mondo nuovo, e tu?
p.s.
per unirti al gruppo degli Ambassadors oppure approfondire il Giro degli Ecovillaggi d’Italia, qui trovi tutte le risposte alle tue domande.
Grazie Carlotta! Un resoconto dettagliato della tua esperienza!
Grazie Fabio, sono felice che ti sia piaciuto l’articolo!
Sono rimasto affascinato dalle modalità di esperire la vita comunitaria. Sono Luigi 67 anni. Vivamente attratto dall’idea di fare un’esperienza del genere. Sono troppo vecchio? Sapreste dirmi come fare e per cominciare? Grazie
Benvenuto caro Luigi, certo per fare un’esperienza del genere ti invitiamo ad approfondire e trovare la tua direzione attraverso un libro che spiega bene come farlo, lo puoi già pre-ordinare da questo link cliccando sul bottone sostieni: https://sostieni.link/29726
Buonasera, sono Chiara ho 46 anni. Ho tanta voglia di staccarmi da questa mia vita fatta di problemi pensieri superficialità soldi corsa a chi tiene poi giorni il figlio. Basta. Ho voglia di vivere. Di annusare di parlare di comunicare collaborare si rendermi conto delle cose importanti per la mia anima ho vita di entrare in empatia con gli altri. Gli abbracci i sorrisi la natura la semplicità..tutto questo vorrei
Se per favore mi potete dare notizie di come potete fare parte della vostra comunità, ne sarei davvero felice.
Spero a presto.
Carissima Chiara, grazie del tuo prezioso commento, inizia giorno dopo giorno, a fare scelte che siano in linea con la tua anima…3 vedrai che passo dopo passo, tutto si trasformerà in meglio sotto i tuoi occhi… E nel frattempo ti invitiamo a fare il primo passo, leggendo il libro: Vivi gli Ecovillaggi d’Italia, entra in questo link: https://www.macrolibrarsi.it/libri/__vivi-gli-ecovillaggi-d-italia.php?pn=7138 … Dopo averlo letto scrivici ala mail: info@chakruna.org che ci risentiamo per l’esperienza di laboratorio di comunità dal vivo…. Ti aspettiamo con gioia