Con questo nuovo articolo CHAKRUNA vogliamo rispondere alla domanda: cos’è un ecovillaggio, e ti diciamo subito che per ottenere una risposta esauriente, ti invitiamo non solo leggere fino in fondo queste parole, ma anche ad unirti a noi durante il Giro degli Ecovillaggi d’Italia. In questo modo oltre che scoprire cos’è, vivrai anche l’esperienza del perchè esistono gli ecovillaggi.
Nel frattempo ti invitiamo ad approfondirlo nel testo qui sotto, Buona Lettura!
Cos’é un Ecovillaggio?
L’ecovillaggio è un tipo di comunità basata esplicitamente sulla sostenibilità ambientale.
I principi di questo tipo di comunità di cui ho fatto esperienza sono, anche secondo l’ecologo ed agronomo australiano David Holmgren (che ne è uno dei maggiori teorici), i seguenti:
- (RADICI) Adesione volontaria dei partecipanti e condivisione dei principi fondanti;
- (ESPERIENZA) Autosufficienza alimentare basata su permacultura o altre forme di agricoltura biologica;
- (CRESCITA) Nuclei abitativi progettati per ridurre al minimo l’impatto ambientale, uso di energie rinnovabili;
- (SIGNIFICATO) Questo tipo di realtà intende dar vita a nuove forme di convivenza, in modo da rispondere all’attuale disgregazione del tessuto familiare (soprattutto nelle città), culturale e sociale della condizione postmoderna e globalizzata;
Questo tipo di convivenza costituisce un laboratorio di ricerca e sperimentazione verso stili di vita alternativi ai modelli socio-economici più diffusi.
Ecovillaggi e sostenibilitá ambientale
L’ecovillaggio tende al massimo dell’autosufficienza in modo da soddisfare il più possibile, al suo interno, ogni esigenza dei suoi membri (lavoro, svago, espressione di sé, educazione, bisogni affettivi). In questo senso, si presta a costituirsi come un modello sostenibile, sul piano economico, sociale ed ecologico con l’uso di energie rinnovabili e tecnologie appropriate, difesa dell’ambiente e dell’economia locale.

Come creare un ecovillaggio
Come dice il nostro amico Francesco Angelo Rosso, fondatore della Fattoria dell’Autosufficienza e amministratore delegato di Macrolibrarsi:
“Una comunità che vuole diventare Ecovillaggio, non deve per forza condividere gli stessi spazi, ma si può anche pensare a creare un distretto o un borgo in cui vivono famiglie con dei valori in comune. Il valore principale è appunto quello dell’autosufficienza del bene comune. [….]
Molti progetti sono partiti in Italia dall’idea dell’ecovillaggio, con la missione di vivere insieme, di scambiare, di creare una comunità e quando poi sono riusciti a realizzare questo sogno di vivere insieme, si sono trovati di fronte invece alla problematica economica, ossia a come fare per sostenersi.
L’idea da cui partire è l’opposto, prima pensare a come sostenere la vita di un certo numero di persone grazie alle attività che si decide di avviare e poi creare un ecovillaggio.
In questo modo, appunto, quando più persone verranno a vivere sul posto c’è già la possibilità di autosostenersi con le attività che sono state avviate all’inizio. Questo penso che potrebbe risolvere tanti problemi che invece ho notato che si sviluppano negli ecovillaggi”.
Quali sono i valori più importanti da avere per vivere bene in un ecovillaggio?
Vi scriviamo qui i Valori che accomunano moltissimi ecovillaggi, per una vita sostenibile, in armonia con la natura e con gli altri abitanti:
- Collaborazione (non competizione);
- Condivisione;
- Bene Comune;
- Autosufficienza;
- Creatività;
- Comunicazione e Apertura al Nuovo;
- Reciprocità;
- Sensibilità Ambientale;
- Proattività;

Chi vive in ecovillaggio?
Decidendo di fare esperienza di questo stile di vita, ti aprirai ad incontrare persone anche totalmente diverse da te: da studiosi di ecologia a imprenditori, da viaggiatori a insegnanti, da formatori a studenti e così via.
Ogni realtà è diversa dall’altra, ma la base che unisce tutti gli ecovillaggi sono i principi fondanti che abbiamo citato all’inizio.
Gli ecovillaggi possono essere un’ottima alternativa alla vita frenetica delle città?
A questa domanda, ti risponderemo proprio alla fine di quello che abbiamo chiamato: Il Giro degli Ecovillaggi d’Italia, qui sotto trovi la visione e missione di questa iniziativa estiva.

Visione: Scoprire e Comunicare online e con libri, la Vita Comunitaria nella Natura in Italia e confrontarla con realtà estere.
Missione: Fare una lista di Ecovillaggi Italiani, sceglierne 3 che diventeranno base dei CHAKRUNA RETREATS CENTERS Italiani, collaborare per farli crescere e sostenere e creare una guida da pubblicare cartacea. Diventare mediatori tra ecovillaggi e chi decide di vivere esperienze prolungate in comunità nella natura anche in smartworking. Iniziare il progetto di un ecovillaggio Italiano con varie collaborazioni anche trasversali.
Valori: Movimento, Natura, Comunità, Ecosostenibilità, Collaborazione.
Indicazioni: Il Giro è aperto anche a borghi Italiani e strutture che si avvicinano alla vita in un ecovillaggio e che stanno andando verso quella direzione.

Come visitare un ecovillaggio o fare esperienze di scambio lavorativo?
Ne parleremo proprio durante la prima serata di presentazione, sia dal vivo che online. Siamo stati chiamati a presentare questo progetto in pubblico, proprio il primo giorno in cui inizierà: il 15 Luglio.
Alle 21.30 di mercoledì 15, saremo in Romagna, nel lungomare di Bellaria, all’EcoHotel Villa Claudia.
Ti ricordiamo inoltre che se vuoi partecipare a questa iniziativa estiva, sia visitando ecovillaggi, sia facendo esperienze di scambio lavoro/vitto, alloggio, ci riuniamo in teleconferenze ZOOM ogni martedì alle ore 21.30, per coordinare il calendario delle visite e le attività di contatto con gli ecovillaggi nei vari gruppi che si stanno formando.
IL PROSSIMO INCONTRO di coordinamento per gli interessati al giro è su ZOOM MARTEDI’ 14 LUGLIO ORE 21:30 puoi entrare liberamente nella call ZOOM da questo link: https://us02web.zoom.us/j/87520702862
Ti aspettiamo con gioia!
p.s. in foto in alto all’articolo puoi vedere la TOWN SQUARE, la Piazza dell’Ecovillaggio Kalu Yala nella Giungla di Panama – con i suoi pannelli solari da cui arriva l’elettricità – dove ho trascorso 3 mesi di quarantena con una comunità internazionale di 30 persone provenienti da 16 nazioni differenti