Dal 29 luglio al 02 agosto ho avuto la fortuna di partecipare alla vita di comunità all’interno dell’ecovillaggio Ciricea in provincia di Pistoia. Ne sono uscita rinnovata con un senso di libertà e con la conferma che una diversa umanità è possibile! L’ ecovillaggio di Ciricea è nato 10 anni fa grazie a due pionieri Paolo e Massimo che decisero a 40 e 50 anni che ne avevano abbastanza della finta vita che si vive nelle nostre società e di provare a creare una realtà differente.

La Casa sede dell’Ecovillaggio Ciricea
Le difficolta’ riscontrate sono state tante per cui da che erano riusciti a coinvolgere nel progetto altre 8 persone alla fine si sono ritrovati ad essere soli a sostenere le spese di un grande casolare sulle colline di Pistoia e la gestione di un ecovillaggio. Non hanno mollato, ci hanno creduto e alla fine sono riusciti a rialzarsi e piano piano hanno accolto altre persone che sono diventate “comunarde” e hanno reso possibile il sogno. Al momento vivono in un ex albergo a Pisticcio (PT) con alle spalle un bosco meraviglioso, hanno l’orto personale e degli spazi comuni come l’Aia alle spalle dell’albergo dove sorge un immenso acero!
Sono completamenti immersi nella natura e questo lo si sente benissimo come energia pulita che circola… le decisioni all’interno della comunità vengono prese dagli abitanti tramite una forma di sociocrazia, si riuniscono una volte a settimana si mettono in cerchio e scelgono la soluzione non definitiva ma che almeno accomuna tutti i punti di vista. È una scuola costante di reale democrazia dove tutti vengono rispettati, si sentono accolti e ascoltati, a loro dire in questo modo i litigi e i dissidi sono davvero rari, in più il fatto di aver continuato da sempre la tradizione di accendere il falò e fare un cerchio informale quasi tutte le sere di tempo bello, e anche meditare tutti i giorni appena svegli ha fatto si che il gruppo si cementasse.
Sentirsi parte dell’Umanita’ in ecovillaggio
Vivono dei prodotti dell’orto, ricevono l’acqua direttamente dalla fonte, e fanno ricezione per un turismo ecosostenibile ospitando le persone in tenda nel bosco. Organizzano anche una serie di eventi che richiamano persone che hanno voglia di intraprendere un percorso di crescita personale infatti lì si svolgono lezioni di yoga, Reiki, rituali e cerimonie sciamaniche poi organizzano corsi di ecologia profonda, clowneria, circo e giocoleria insomma si danno parecchio da fare per poter mantenere in piedi il loro sogno, la loro utopia.
In questi anni si sono succedute tante persone e attività per cui hanno un’esperienza lunga e nutrita sulla vita comunitaria ma soprattutto su come creare una TRIBÙ cercando di far sentire tutti partecipi e rispettati, valorizzando i talenti di ognuno.
L’evento a cui ho partecipato è stato organizzato da Waira e Soffio, una coppia di amici di Ciricea, che vivono stagionalmente lì ma non sono fissi e Silvia che invece è una comunarda. Il titolo dell’evento era “AHO’ riscoprendo le nostre radici attraverso il potere della TRIBÙ” devo dire la verità che per me è stato un richiamo fortissimo! Ho sempre sentito l’esigenza di vivere in una comune, ho sempre sentito il richiamo della Tribù, mi piace stare con gli altri ma soprattutto credo fermamente che il lavoro su sé stessi non sia possibile se non nel confronto con gli altri.
Da soli non si evolve, per cui subito ho risposto alla chiamata e ne sono grata.
È stato tutto perfetto, tutto come me lo aspettavo e in più su di me ha avuto un effetto di sanazione e guarigione. Si dice che la parola cura e se la parola viene pronunciata all’interno di un gruppo empatico, questa guarigione è efficace e duratura.
Waira e Soffio fanno parte della comunità estesa del Rainbow Gathering che è nata negli anni 70, è una comunità nomade che si incontra annualmente in luoghi inaccessibili e nascosti all’interno dei quali si rinuncia all’uso di qualsiasi dispositivo elettronico, non c’è acqua corrente ed elettricità, si ritorna a lavarsi nel fiume e a cucinare sul fuoco. Questa comunità ha a cuore la Pachamama, madre terra per cui si cerca, durante questi raduni, un contatto profondo e reale con la natura. Venendo loro da questa comunità hanno portato una ventata di diversità ed erano carichi di amore e compassione per tutti con una profonda connessione con se stessi.

Rainbow Gahtering
Questo mi ha molto colpita ed è per questo che mi sono intuitivamente completamente abbandonata con fiducia a tutte le attività proposte. Sentivo molto l’esigenza di entrare a mia volta così fortemente in connessione con me.
Abbiamo da subito fatto dei giochi per creare il gruppo, prevalentementegiochi teatrali, poi c’è stata la biodanza, l’ecologia profonda in cui ci siamo persi in natura, ed infine la cerimonia del cacao che è servita per aprire il cuore tanto è che il giorno dopo ci sono stati momenti molto intensi di condivisione empatica delle nostre emozioni. Insomma sono stati cinque giorni in cui ho assistito alla realizzazione e creazione di una tribù.
Questa esperienza mi ha commossa profondamente perché ho rivisto le potenzialità umane di fratellanza e di nascita di una grande famiglia senza che per forza ci debbano essere dei legami di sangue. Essendo io insegnante ho subito pensato di voler portare l’intera esperienza a scuola dove il materiale umano non manca e dove secondo me ha più senso creare una TRIBÙ. Anche in questi anni ho fatto di tutto per abituare i miei bambini a partecipare con tutti sé stessi a questo miracolo che è la nascita di una tribù, ma dopo questa intensa esperienza mi sento ancora più motivata nel farlo.
Ho davvero bisogno di far sentire ogni singolo mio alunno/a parte integrante e indispensabile di una comunità andando a valorizzare i singoli e differenti talenti di ognuno e facendo sentire tutti UTILI E PARTECIPI grazie alla propria unicità che va valorizzata solo all’interno di una tribù. Sento che questo progetto arricchirà sia i miei alunni che me stessa, la possibilità di crescita umana è possibile solo nello scambio sincero di quello che realmente siamo.
p.s.
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