Spiritualità andina: Pachamama, Maschile e Femminile
Ho avuto la prima esperienza di spiritualità andina nell’autunno del 2009, in Veneto. Fu subito amore! Infatti mi innamorai anche di un uomo, in quel weekend; ma questa è un’altra storia…
Una tradizione spirituale, finalmente,
- che aveva come unico guru Madre Natura, per gli amici Pachamama
- e che promuoveva spassionatamente e con totale innocenza l’uso dei poteri spirituali a 360°.
Il superamento delle miriadi di inutili e barbosissime seghe mentali che sognavo da secoli era arrivato! Grazie a Dio avevo trovato della gente che come me parlava con la natura e si beava serenamente di saper utilizzare dei poteri particolari per il benessere e la realizzazione propri e della società! WOW! Ero felice 😀
Potevo finalmente essere me stessa al cento per cento, in tutti i miei curiosi lati maschili e femminili.
Già, perché come ogni tradizione mistica antica, anche nello sciamanesimo andino il primo passo per manipolare con maestria l’energia di cui ci è dato disporre consiste nell’apprendimento della gestione delle due forze che creano e regolano l’universo: quella femminile e quella maschile.
Maschile: Cusco, montagne e cactus
Luoghi alti e spaziosi dove la visione vola lontanissimo, l’identità si espande e l’aria solleva…
Vette a picco, solenni e rigorose; dure, rigide, implacabili; affascinanti, inamovibili, inarrivabili.
Una luce scioccante, una chiarezza nitida che non lascia spazio a sfumature.
Una decisione presa, un punto di vista scelto, un sì o un no netti, senza se e senza ma.
Un librarsi al di sopra e al di là di tutto e tutti, in quel distacco trascendentale freddo e senza emozioni; quasi senza che ci si arrivi nemmeno a sentire soli, perché è evidente che a mala pena si esiste… Piccoli insignificanti puntini dalla storia trascurabilissima, date le proporzioni dell’universo…
Il rischio è perdersi nell’edonismo, o perdersi e basta: completamente ignari del senso di tutto, dell’importanza e del valore delle cose più preziose della vita, che solo emozioni e sentimenti rivelano – ma questo il maschile non lo sa.
Il maschile silenziosamente narratomi da Cusco e dalle sue alte vette: essere me stessa voleva dire sentirmi a mio agio con l’essere montagna e cactus, luce e spazio, punto di riferimento fermo e duro, vertigine e distacco.
Femminile: Tempio della Luna, portale e liane
Memorie antiche e misteriose che come liane si ramificano e infilano dovunque, invadendo luoghi segreti in cui nessuno sarebbe dovuto entrare, mai.
E lì, però, orgasmi a fiumi mai conosciuti, la potenza stratosferica di Madre Terra che ti rapisce e possiede, dandoti un piacere che con nessun uomo è mai stato possibile – non ancora, per lo meno… 😉
La voce sibillina del Tempio della Luna, quella follia che però è saggia, che non lo puoi dire come e perché è stato ma è stato; e anche se nessuno dovesse capirlo, condividerlo o apprezzarlo, tu lo sai.
In fondo essere te stesso è sempre un atto di immenso coraggio.
Il mio femminile è un portale verso un’altra dimensione; ci credo che in pochi si accollano il rischio e la responsabilità di attraversarlo: fa paura anche a me! 😀
Ma pure la curiosità è femmina, dicono; e in me vince. E se proprio lì dove mi fa più paura ci fosse il mio tesoro più figo del mondo? Io ci vado, cazzo, altroché se ci vado! Io mi ci butto eccome, in questo pozzo, groviglio, buio e bosco! Mi lascio andare, mi lascio prendere, mi coinvolgo al cento per cento, mi faccio legare… Secondo me alla fine mi piace.
Erano solo i miei primi giorni a Cusco, o meglio quello che ne è rimasto 🙂 Tutto riemerso tra sogni e veglia nell’ultima notte, mentre i nostri esploratori hanno ufficialmente iniziato un nuovo Perù Visionario con tutto il gruppo.
Sono proprio curiosa di scoprire cosa quei luoghi stanno narrando a loro, come li stanno contaminando e trasformando, e come tutto ciò si collega al mio pazzesco sogno di stanotte!
Tutti connessi, sempre – anche tu che stai leggendo, ovvio! 😉