Il Rapè
NB: il contenuto degli articoli della sezione Medicina Amazzonica è da considerarsi a scopo esclusivamente divulgativo
Il Rapè è un tabacco da fiuto sacro nella medicina sciamanica. E’ conosciuto anche come hape, hapi, rapay.
E’ molto raro, sacro, potente e prezioso, di profonda guarigione e pulizia, una medicina miracolosa donata agli uomini da Nonno Tabacco utilizzato dagli inizi dei tempi.
E’prodotto con un processo sacro ed intenso e consiste in varie piante medicinali amazzoniche, alberi, foglie, semi, ceneri ed altri sacri ingredienti in una sottile e magica alchimia.
Sebbene venano utilizzate diverse piante ed erbe, il tabacco serve ad ordinarla, direzionarle e guidarle verso un preciso principio e direzione. A tale scopo il tabacco porta in connessione con lo spirito e con l’universo aiutando a risvegliare la purezza essenziale di ogni pianta utilizzata.
Alcuni tipi di rapè sono fatti da diverse tribu indigene che sono originarie di varie parti del Sud America, principalmente Brasile e Perù.
Tradizionalmente viene utilizzato usando una pipetta fatta di bamboo o osso che soffia in entrambe le narici su tutti e due i lati per equilibrare i due emisferi del nostro cervello, il lato maschile e quello femminile.
Può essere autosomministrato attraverso un applicatore a forma di V che va dalla bocca alle narici o somministrato ad altri attraverso una pipa più lunga che collega la bocca di una persona alle narici di un’altra.
L’applicatore per se stessi viene chiamato Kuripe mentre la pipa lunga è conosciuta come Tepi nella tradizione Brasiliana.
Il suggerimento è di utilizzare una quantità di rapè grande come un pisello, metà per ogni narice, per i principianti; successivamente si può aumentare il dosaggio dopo l’utilizzo prolungato di un certo tipo di rapè.
Si consiglia l’assunzione in un posto sacro, tranquillo e senza interruzioni, eventualmente con l’uso di musica sacra, seduti, a gambe incrociate o su uno sgabello, con gli occhi chiusi dopo l’applicazione.
E’ importante, dopo l’applicazione, una respirazione lenta dalla bocca e dal naso.
Per ricevere la medicina è importante chiudere la glottide per evitare che la polvere finisca nella gola o nei bronchi.
Il fatto che il Rapè ci venga “soffiato” ci aiuta a ricordare che necessitiamo dell’altro e che alcune medicine si prendono da soli ma altre vanno ricevute per mano di un fratello o una sorella, la pratica occidentale di aspirare il Rapè è una cattiva interpretazione del disegno originale di questa sacra medicina e che la rende inefficace nel suo scopo di pulire la mente. Se viene aspirato, il rapè non arriva alle cavità o ai seni frontali ma penetra nelle vie respiratorie inferiori causando irritazione.
Il Rapè è una medicina dell’aria, con il soffio riceviamo la benedizione del vento limpiando la nostra percezione, pulendo la mente e aprendo i canali energetici superiori per connetterci con il nostro essere più elevato.
Il campo energetico viene ripultio, ordinato e riallineato, con particolare efficacia per il 3° occhio e la corona.
E’ anche una medicina per il corpo che ci aiuta a espellere le tossine, il muco e i parassiti dei seni frontali e paranasili.
Elimina dolori di testa, stordimenti, decomprime la pressione craniale.
Applicato sopra le ferite è un eccellente cicatrizzante ed antibiotioco, specialmente quello che contiene salvia e lavanda.
Va sottolineato che è possibile che si verifichi diarrea o vomito, salivazione in eccesso, e questo è normale; dove l’energia è bloccata, le tossine e la malattia vengono rilasciate dal corpo energetico e fisico. Potrebbe quindi essere necessario un secchio, carta igienica ed acqua a portata di mano.
Ogni tipo di Rapè ha vibrazioni, note, qualità e suggestioni differenti e anche effetti molto diversi sul campo energetico. Inoltre, quando il rapporto con la sostanza si intensifica (mano a mano che viene utilizzata) si instaura una connessione migliore con gli spiriti delle piante e si possono porre domande o fare richieste specifiche durante la sessione sacra di utilizzo del Rapè.
Tradizionalmente, le tribù brasiliane Yawanawa, Kaxinawa – Huni Kuin e Katikuna, utilizzano il Rapè durante le sessioni di Ayahuasca per aiutare la liberazione dei canali, il rilascio delle malattie, la liberazione di energie bloccate, l’apertura della visione e la chiarezza nella visione.
Il Rapè può essere anche una medicina per la visione. Alcuni popoli lo preparavano insieme a diverse piante con questo proposito specifico, come ad esempio lo yopo o la imburana. Il Rapè in questo caso ci aiuta a pulire la mente e a fermare il dialogo interno, ad essere davvero presenti per vedere oltre le nostre interpretazioni.
STORIA
Come la maggior parte dei tabacchi da fiuto viene da un’epoca precolombiana. La popolazione indigena del Brasile è stata tra le prime conosciute a utilizzare questa forma di tabacco da fiuto, prime descrizioni del suo utilizzo sono risalenti al secondo viaggio di Cristoforo Colombo (1493-1496) raccolte dal religioso Ramon Panè che osservò i locali aspirare tabacco per mezzo di una pipa:
“quando qualcuno è malato, lo portano dal BUHUITIHU, che è il medico; esso è obbligato a seguire una dieta, la stessa del malato e a sembrare malato. E’ previsto che il medico si purghi, così come il malato e per purgarsi prende una certa polvere, chiamata COHOBA, aspirandola dalle narici, che lo ubriaca in tal modo da non sapere cosa facesse e da dire cose fuori dal giudizio di Dio, affermando di parlare con esseri che gli dicono da dove proviene la malattia.”
I semi di tabacco furono importati per la prima volta, su ordine di Filippo II, dal medico e botanico Francisco Hernandez de Boncalo che li introdusse in Europa nel 1577. Furono piantati nei dintorni di Toledo.
Nel 1561 l’ambasciatore francese a Lisbona, Jean Nicot inviò il Rapè a Caterina de Medici, moglie del re Enrico II di Francia, come trattamento medico per l’emicrania di cui soffriva suo figlio; questo ha portato alla sua diffusione in Francia come rimedio medicinale d’elite.
La parola Rapè infatti viene da una parola francese che significa “tritato”.
A questo punto il Rapè (tabacco da fiuto) cominciò ad essere diffuso in Europa tra i gruppi più ricchi, in tutti i formati, all’epoca era un prodotto di lusso. Durante il XVIII secolo divenne una moda diffusa tra i circoli aristocratici europei e nel nostro imaginario, integra spesso l’immagine del nobile settecentesco.Non si può imbrigliare il vento!
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COSA È IL RAPÉ E COME SI USA?
Il rapé (pronunciato ha-pay) è una medicina sciamanica usata per migliaia di anni dalle popolazioni indigene del bacino amazzonico. I preparati in polvere a base di erbe hanno svolto un ruolo molto importante nella loro storia e cultura tribale. Abbiamo voluto approfondire questo argomento per scoprire tutti gli usi, i benefici e gli effetti del rapé.
CHE COSA È IL RAPÉ?
Il rapé è una complessa miscela di diverse piante medicinali dell’Amazzonia, il cui ingrediente principale è la Nicotiana rustica, un forte tabacco 20 volte più potente della Nicotiana tabacum.
Il rapé può avere effetti stimolanti e psicoattivi, a seconda delle piante usate. Assunto durante le cerimonie sciamaniche, può indurre profonde esperienze. Per gli sciamani il rapé è una sostanza sacra da assumere nei rituali e nelle preghiere per invocare le forze della natura con cui guarire e curare le persone e per ricevere i doni della foresta pluviale. Si ritiene che le tribù indigene del Sud America abbiano usato il tabacco per vari scopi fin dalla civiltà Maya.
INGREDIENTI USATI PER REALIZZARE IL RAPÉ
L’ingrediente principale del rapé è la Nicotiana rustica, ma normalmente vengono aggiunte anche altre specie vegetali finemente macinate o ceneri alcaline. Possono essere presenti le fave di Tonka, la cannella, la canfora, la buccia di banana e altri materiali. Alcuni preparati di rapé contengono anche piante allucinogene, come macambo, anadenanthera, chacruna, virola e altre ancora. Le tribù sciamaniche preferiscono mantenere segreti gli ingredienti esatti del loro rapé.
LA STORIA E LE ORIGINI DEL RAPÉ
I primi dati ufficiali sull’uso del tabacco riportati nel mondo occidentale coincidono con la riscoperta dell’America nel 1493, da parte di Cristoforo Colombo. Fu il primo europeo a vedere le popolazioni indigene del continente appena scoperto usare il tabacco selvatico come tabacco da fiuto. Tuttavia, l’uso del tabacco risale a tempi ancora più lontani. Si ritiene che le popolazioni indigene del Sud America avessero già usato il tabacco per 5000 anni come tabacco da fiuto o da fumare per curare alcune malattie.
BENEFICI & EFFETTI DEL RAPÉ
Tra le tribù del Sud America, il rapé viene usato per vari scopi cerimoniali, dai riti di iniziazione alle feste, sia a fini sociali che terapeutici. A quanto pare, alcune tribù lo usano regolarmente dopo i pasti. I particolari effetti del rapé variano a seconda dell’occasione e delle erbe di cui è composto.
Il rapé in polvere, che normalmente viene sniffato con l’aiuto di una cannuccia, provoca un effetto molto intenso che apre la mente, rilassando i disturbi fisici, emotivi e spirituali. L’alto contenuto di nicotina nella miscela ha un effetto stimolante e rilascia ormoni come adrenalina, acetilcolina e dopamina, migliorando la lucidità mentale e aumentando l’attenzione.
I guaritori della foresta pluviale usano il rapé per riequilibrare le loro energie e per connettersi con il loro “io” superiore e con l’universo. Il rituale del rapé è anche considerato un modo per purificare e disintossicare il corpo. Il tabacco aumenta la produzione di muco e batteri, aiutando a combattere infiammazioni e alcune malattie.
Secondo alcuni, il rapé potrebbe aiutare la decalcificazione della ghiandola pineale, il che lo renderebbe potenzialmente efficace per prevenire la malattia di Alzheimer. Tuttavia, la ricerca in questo campo è ancora agli inizi.
COSA ASPETTARSI DAGLI EFFETTI DEL RAPÉ
La vostra esperienza personale dipenderà dalla miscela di rapé terapeutico che consumerete. Alcuni preparati possono indurre effetti lievi, come quelli ad esempio di una tazza di caffè molto forte. Altri, invece, possono provocare esperienze psichedeliche potenti e prolungate, a seconda delle piante usate.
Il più delle volte, dopo aver assunto il rapé emergono alcuni effetti collaterali a cui dovreste essere preparati. Dal momento che la miscela viene sniffata, il naso inizia a pizzicare e a secernere muco dalle narici. Per evitare che il muco torni indietro raggiungendo la gola, inclinatevi in avanti per consentirgli di uscire liberamente. Questo vi aiuterà a prevenire eventuali attacchi di vomito. E se anche dovesse succedere, vomitare è considerato normale ed è visto come l’inizio delle proprietà depurative del rapé. Non dovete vergognarvi, ma semplicemente sapere cosa aspettarvi.
A parte il vomito e il naso che cola, sotto gli effetti del rapé si può aver bisogno di andare più volte al bagno. Gli effetti sono simili a quelli di diverse tazze di caffè accompagnate da sigarette, ovvero improvvisi movimenti intestinali. Per cui non sorprendetevi se “dovete andare” urgentemente al bagno poco dopo averlo assunto.
IL RITUALE DEL RAPÉ: COME USARLO
Il modo più tradizionale di assumere il rapé coinvolge due persone. Nel rituale, il vostro partner dovrebbe usare una cannuccia in bambù o di osso (chiamato “Tepi” in Brasile) per soffiare nelle vostre narici la miscela. Mentre per l’auto-somministrazione si usa un’altra particolare cannuccia, chiamata “Kuripe“. Il Kuripe ha una forma a V e connette bocca e naso per poter inalare da soli la miscela.
Nella pratica sciamanica più tradizionale, colui che soffia il rapé è un membro tribale esperto o uno sciamano che, insieme alla miscela a base di erbe, invierà il suo spirito in colui che riceverà il rapé. Chi somministra il rapé condivide se stesso con un ricevente, rendendolo più forte. Secondo la tradizione sciamanica, l’energia curativa del respiro (“soplada”) gioca un ruolo essenziale.
Il dibattito su quale cannuccia sia più comoda da usare, il Tepi o il Kuripe, è ancora aperto. Per i consumatori inesperti, l’aiuto di un partner per la somministrazione rende più facile la seconda soffiata nell’altra narice. La prima può essere travolgente per alcuni. Tuttavia, l’uso di un Kuripe per l’auto-somministrazione può dare maggiore controllo sull’esperienza complessiva. L’importante è che assumiate la polvere attraverso le due narici, per assicurare un flusso bilanciato di energie.
COME DOSARE IL RAPÉ
La dose ottimale per il rapé dipende dalla vostra tolleranza e dalla miscela in vostro possesso. Per cominciare, vi raccomandiamo una dose pari alle dimensioni di un pisello per ciascuna narice. Dopo i primi esperimenti, potete aumentare o diminuire il dosaggio per trovare ciò che funziona meglio per voi.
Quando ve lo auto-somministrate, assicuratevi di sapere come usare un Kuripe. Iniziate con una quantità pari a metà delle dimensioni di un pisello e mettetela sull’estremità nasale della cannuccia. Con l’estremità posizionata nella vostra narice, soffiate la miscela con la bocca usando l’altra estremità. Anche in questi casi, imparerete ad usarlo e a valutare se è meglio soffiare più forte o più piano, più profondamente o più delicatamente. Non dimenticatevi però di alternare le narici.
Come per la maggior parte delle sostanze allucinogene e capaci di alterare la mente, il “set and setting” può fare la differenza al momento di usare il rapé.
ASSUMERE IL RAPÉ: L’IMPORTANZA DEL “SET AND SETTING”
Le tribù indigene tendono ad avere un atteggiamento diverso da quello degli occidentali al momento di assumere una sostanza psichedelica. Il rapé è considerato una sostanza sacra e di preghiera, una delle tante piante che possono insegnare e curare e, quindi, meritano rispetto e onore.
Esattamente come gli sciamani della foresta pluviale, raccomandiamo di usare questa sostanza in un ambiente che sappia onorare le piante e i loro effetti. Con l’aiuto di un po’ di incenso e musica rilassante, potrete creare la giusta atmosfera meditativa per il vostro rituale con il rapé.
Sappiate inoltre che le tribù del bacino amazzonico fanno uso del rapé per scopi ben concreti. Lo sciamano usa il rapé per curare una malattia o per cercare lucidità e una guida. Concentratevi su ciò che volete ottenere prima di iniziare la sessione.
Dopo l’esperienza potreste sentirvi sopraffatti. Per cui concedetevi qualche ora per riprendere le forze. Sedetevi con gli occhi chiusi e respirate lentamente in modo da poter riprendere la concentrazione.
COSA ACCADE SUBITO DOPO AVER USATO IL RAPÉ?
Normalmente, il rapé innesca una forte risposta da parte del corpo, che espulsa muco da naso e gola. Potreste addirittura vomitare, ma dovrete considerarlo come una semplice e naturale purificazione di fluidi atta ad espellere le energie negative e superflue. Lasciate che ciò accada naturalmente. Per liberarvi più facilmente del muco, potete mantenere una narice chiusa con il dito e svuotare l’altra soffiando energicamente. Dopo averlo fatto riuscirete a respirare con maggiore facilità.
Ad un certo punto, il muco mescolato con rapé potrebbe gocciolare indietro raggiungendo la gola. Se dovesse succedere, non ingeritelo, ma cercate di sputarlo fuori dalla bocca. Come il vomito, anche questo effetto fa parte del naturale processo di purificazione del rapé. Lasciatelo fare e non sentitevi a disagio!
A volte, potrebbe capitare di non sentirsi molto bene dopo aver assunto il rapé. Se ciò dovesse verificarsi, probabilmente vi siete disidratati a causa dello spurgo e del vomito. Bevete un po’ d’acqua o succo di frutta e sdraiatevi per qualche istante per permettere al corpo di reidratarsi.