Ho conosciuto Primiana, che vive e fa vivere insieme ad Alberto L’Azienda Agricola le Macchie, due anni fa, grazie a una cara amica con cui abbiamo passato qualche giorno insieme presso questo rifugio tra boschi e colline.
Le Macchie porta con sé l’unione delle differenti anime di Alberto e Primiana e di tutte le persone che sono passate di qua. Quest’anno ho deciso di ritornarci durante il Giro degli Ecovillaggi di Chakruna, per rivedere Primiana e farmi raccontare del Progetto Bosco Medicina.
Agricola Le Macchie
Siamo in Toscana, vicino a Cecina, in mezzo alla macchia mediterranea, 200 mt sul livello del mare. Per arrivare alle Macchie si lascia la macchina dove la strada di cemento finisce, per percorrere a piedi due km tra piante di more, campi e qualche saliscendi. Le sensazioni, i pensieri e gli stati d’animo che emergono durante il cammino sono sempre molteplici e differenti e il percorso rende ancora più unica la meta.
Incontro Primiana, proprio all’interno del bosco che si trova di fianco all’abitazione, tra amache e diverse sedute, decidiamo di stare sedute sulla terra, che ci accoglie.
Come e quando nasce Agricola Le Macchie?
Primiana ha una formazione poliedrica come psicoterapeuta e progettista in permacultura, incontra questo luogo nel 2005 “cercavo una situazione che mi permettesse di vivere e lavorare nello stesso luogo”.
Lavoravo come psicologa consulente e mi muovevo spessissimo, volevo integrare l’aspetto ecologico nel mio stile di vita in tutti i sensi.
Questo luogo, – racconta Primiana – esiste dall’800, si profila come podere povero, povero per chi voleva fare attività agricola, per me affascinantissimo, quando lo incontrai, con questi due km di strada che fanno da interfaccia tra l’area urbanizzata e la macchia mediterranea”.
L’incontro con la permacultura, nel 2011, per Primiana è stato un momento di svolta “da sempre volevo lavorare con la cultura biologica e biodinamica ma mi resi conto che mi mancava qualcosa.”
Trovavo tecniche applicative ma non trovavo strumenti veramente utili per progettare la mia realtà e la mia vita in questa realtà. A seguito di una separazione mi ritrovai qui da sola e la permacultura mi fornì gli strumenti per osservare la mia situazione in questo luogo, anche da punti di vista meno consueti.
“Terminato il primo corso di permacultura, alcune persone invece di andarsene, rimasero e da qui inizio un turn over”. Per Primiana inizia da qui un’esperienza comunitaria che dura due anni e grazie alla quale inizia a sentirsi sostenuta e a prendere decisioni condivise; questa esperienza va poi scemando per la mancanza di alcune esigenze abitative che non potevano essere soddisfatte.
Nel 2013 inizia una relazione con Alberto, che porta con sé oltre che l’amore, competenze di apicultura e di vinicoltura all’interno dell’agricola Le Macchie.
Primiana prosegue nella sua formazione e nelle attività che porta avanti nell’intento di valorizzare questo luogo e restituirgli come dice bene lei “un senso di utilità umana”, non solo per gli aspetti materiali estrattivi, ma come entità, “ogni luogo ha questa caratteristica di offrirsi, non è oggetto.
Ogni habitat è energia, coscienze, energie in grado di accompagnarci in apprendimento di noi stessi e nella relazione che c’è tra noi stessi e mondo.”
Qual è il tuo ultimo progetto?
Chiedo a Primiana del suo progetto di Bagni di Foresta e di come ora riesca a declinare il suo lavoro di terapeuta in questo contesto. Primiana mi spiega che la Medicina Forestale muove i suoi passi scientifici sulla base delle ricerche di una quarantina di anni fa, che hanno iniziato a essere realizzate in Giappone grazie a pratiche di immersione forestale e di come sia riuscita a sviluppare questa pratica a Le Macchie “qui c’è la possibilità di esplorare il sistema bosco”. Già respirare tutto questo fa bene.
Le persone hanno un luogo sufficientemente lontano da fonti di inquinamento sperimentare questo tipo di realtà e molteplicità di configurazioni boschive (radure, varietà diversificate, luoghi umidi, asciutti, panoramici) sia in autonomia sia attraverso bagni di bosco che organizzo.
Hanno una durata di 3 ore minimo e massimo tre giorni, ma stiamo immaginando immersione più lunghe di darsi tempo per aprire i propri sensi. Invito a creare uno spazio in cui essere seduti spostando a caso o creando configurazione armonica. Abbiamo coscienza che il nostro spazio può essere creato in modi risonanti o meno con quello che c’è.
“Facciamo esercizi di respirazione, camminata lenta, contatto con le piante, Earthing. Ogni volta che superfici di terra sono a contatto con la terra si scarica energia statica e il resto lo fa il bosco. Poi propongo percorsi di consulenza individuale in natura e con la natura”.
Che cosa rappresenta per te la natura e il contatto con la natura?
“Natura per me è pancia, Pachamama che significa che usciamo dalla sua gestazione è lei che ha
reso possibile la nostra emersione come creature sulla terra.
E’ un superorganismo che ha permesso la nostra emersione come specie.
Ed è quell’ente attraverso il quale poniamo un seme e abbiamo una pianta. Abbiamo bisogno di rivedere il nostro rapporto con il pianeta anche da questo punto di vista. Negli ultimi tre secoli siamo riusciti a cancellare delle memorie razionali importantissime.
Metà della popolazione mondiale vive nelle città e le città non sono costruite a misura d’uomo e anche di natura, ma a misura di produzione. Sono in grado di estraniarci non solo con il rapporto con la natura ma con la nostra umanità. Per taluni è un problema e può essere opportuno rivedere la situazione e agre di conseguenza: ripensare il verde urbano, la medicina forestale lavora anche su questo”
Condivido le potenzialità benefiche dello stare a contatto con la natura e rifletto con Primiana su
come poter vivere nelle città per chi non può stare sempre in natura “ricerche dimostrano che un quarto d’ora di lenta camminata attraversando un parco urbano varia i parametri di attivazione del sistema nervoso simpatico che è sistema nervoso dello stress.
Già creare corridoi ecologici all’interno della città potrebbe essere un modo per prevenire incidenza di patologie stress metaboliche correlate dovute dal deficit di natura (disturbi circolatori, dell’umore, d’ansia).”
Che tipo di alimentazioni proponete?
“L’alimentazione è onnivora, seguiamo il principio dell’ecologicità ovvero no plastica e alluminio e preferiamo le cose che facciano minor percorso possibile come cereali integrali, legumi, frutta,
formaggio, uova, latte e anche carne su piccola scala e preferibilmente autoprodotto, quello che
non abbiamo lo prendiamo da produttori locali”.
Qual’ è il tuo obiettivo, la tua missione?
“La missione è imparare a nutrire ciò che mi nutre, ci nutriamo di molte cose e affinché queste cose ci siano disponibili abbiamo bisogno di nutrirle. In noi è presente il potere vivifico e mortifero ed importante tenerli in equilibrio. Mi piacerebbe certificare questo luogo come forest bathing center perché questo centro sia vissuto da persone che sappiano valorizzarlo e per l’utilizzo di questo a scopo terapeutico e per il benessere e crescita personale”
Le parole di Primiana, che ha attraversato anche un percorso sciamanico, mi ricordano molto la
visione andina della natura che ho conosciuto e di cui mi sono appassionata nel viaggio in Perù con Chakruna. Nella sua presenza e nel percorso iniziatico che invita a fare, a piedi per arrivare
all’essenza, vedo l’anima di una donna medicina.
Questo confronto con lei è stato per me una immersione nella natura e nelle sue parole e intenti che mi risuonano, mi piacerebbe portare queste pratiche anche nella vita cittadina, per offrire momenti di benessere a contatto con noi stessi e in ascolto della natura che ci accompagna.
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