In questo articolo Cristian ci racconta la sua esperienza di vita comunitaria presso l’ecovillaggio Torri Superiore, all’interno del quale offrirà il suo lavoro per vivere il dietro le quinte della vita in ecovillaggio.
L’esperienza di vita comunitaria di Cristian
Dopo 4 ore di auto eccomi finalmente all’ecovillaggio nel quale ho prenotato un posto già dal mese precedente. Subito vengo accolto da Lucilla, che poi scopro essere tra i fondatori dell’ecovillaggio. Lucilla mi accompagna in quella che sarebbe stata la mia stanza per i successivi 10 giorni. Come poso la valigia suona una campana, stanno avvisando che il pranzo è
servito. Non me lo faccio ripetere due volte e mentre prendo posto in uno degli 11 tavoli messi a disposizione penso a quanto sia utile l’ingresso entro le 13!
Il caldo si sente soprattutto nelle stanze interne, per fortuna una bellissima terrazza permette di godere del panorama mentre l’aria rinfresca la pelle.
Sono arrivato come volontario e questo vuol dire che già dal primo giorno dedico qualche ora di servizio ad attività manuali come pulire la sala, apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti, aiutare in cucina, raccogliere le zucchine in serra, ma non tutto insieme, ci sono turni ben scanditi e definiti ad inizio settimana.
La griglia di attività deve essere ben precisa perché tutti funzioni a dovere.
In alternativa l’altro modo per vivere il borgo è quello di soggiornare come ospite, ma la mia idea era proprio quella di vivermi la struttura da dietro le quinte e vedere come funziona la “macchina” comunitaria. Questa è la mia prima esperienza ed ho scelto di partire proprio da Torri Superiore perché da quel che che so, ad oggi, è l’unico in Italia ad essere incentrato sul turismo, modalità molto vicina alla mia idea di ecovillaggio.
Oggi la realtà di Torri è il risultato di un sogno iniziato alla fine degli anni 80 quando una coppia di visionari aveva visto in questo luogo un punto di aggregazione con la possibilità di sviluppare un’attività economica… ma tra poco ci arriviamo.
Il giorno prima di tornare a casa intervisto Max, che dal 1990 è entrato nel progetto ed è ben contento di viverci, a cui chiedo di raccontare l’evoluzione di Torri. Max mi spiega che questo luogo nasce come borgo medioevale costruito per difendersi dalle invasioni, infatti le case sono vicine, costruite su più livelli e i passaggi stretti, pieno di scale da sembrare un labirinto.
La comunità prosperava grazie alla buona fertilità della terra, finché la rivoluzione industriale non colpí anche questo borgo che ha subito, insieme a tanti altri posti, il grande esodo dalle campagne alla città, così che poco per volta tutti si sono trasferiti verso Ventimiglia o verso la Francia.
Per qualche generazione quindi queste case sono rimaste disabitate finché negli anni 80 una coppia inizia a vedere in questo luogo, quasi abbandonato, un recupero architettonico dove creare comunità, inteso come gruppo di persone che si incontra per uno scambio di idee.
Da questa idea iniziale il progetto si è sviluppato e nell’89 creano un associazione per il recupero e ripopolazione del borgo. Tutto parte da qui e da questa idea e negli anni 90 ancora non sapevano che Torri Superiore sarebbe diventato un ecovillaggio fondato sul turismo.
In quanti vivete oggi in questa comunità?
25 abitanti compresi bambini di cui 5 lavoratori attivi all’interno del progetto. Gli altri sono studenti o gente che lavora fuori da Torri, però tutti contribuiscono al mantenimento dell’attività ricettiva offrendo il proprio servizio una volta a settimana, in cambio di tre pasti al giorno cucinati da due cuochi a prezzo di costo.
Oltre questo, il borgo vive grazie agli ospiti che occupano, per 10 mesi l’anno, metà delle abitazioni.
Dopo tanti anni cosa vi ha permesso di rimanere ancora uniti?
Prima era il progetto di ricostruzione del cantiere, durato vent’anni, oggi stiamo cercando nuovi stimoli.
Questo Max non l’ha detto, ma personalmente aggiungo che il grande rispetto dell’opinione altrui, senza dover forzare o creare regole quotidiane, es. meditazione, yoga o qualche regime alimentare particolare e la mancanza di giudizio verso l’altro sono le chiavi che ho notato far parte delle relazioni consolidate di Torri.
Un’esperienza di vita comunitaria: le mie conclusioni
Personalmente ritengo quella di Torri un’esperienza interessante, benché la prima comunitaria.
La forte concentrazione sulla gestione dell’attività turistica e l’alta stagione non mi hanno permesso di capire come di fatto la comunità si sviluppa, complice anche il fatto che hanno deciso di sospendere la riunione settimanale per l’intensa attività lavorativa.
Nel mio soggiorno non ho visto iniziative comunitarie, non ho capito se per scelta o mancanza di tempo. Viene comunque lasciato molto spazio all’organizzazione individuale, in più la struttura affitta diverse sale per laboratori artigianali, ma anche un ampio salone per corsi di vario tipo.
Complessivamente l’esperienza è stata interessante, inoltre l’ambiente intorno è delizioso, ricco e variegato. Per chi ama camminare ci sono tanti sentieri, per chi ama rilassarsi può fare un bagno al fiume mentre prende il sole, mentre per chi ama stare tra la gente, in auto si arriva facilmente a Ventimiglia.
Mi riprometto di tornare in un periodo di bassa stagione per esplorare più da vicino gli aspetti comunitari che, come dicevo, ho visto poco in questo primo soggiorno.
p.s.
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