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Le origini del Catarismo

Bene e Male, Luce e Tenebre : chi vedeva il mondo sotto questi due aspetti in opposizione veniva considerato un seguace del “Manicheismo”, una religione sviluppatasi in Mesopotamia nel 216 d.C che prese il nome da Mani, il suo fondatore. Per questo motivo i Catari, che condividevano tale visione, furono ritenuti dualisti. Tuttavia già tra il 1200 e il 500 a.C. un uomo leggendario, il profeta Zoroastro, diffuse nella zona che oggi equivale all’Iran lo Zoorastrismo o Mazdeismo, religione che vedeva il mondo in un eterno conflitto tra Ormuzd, il Bene, e Ahriman, il Male.

Questa influenza si sparse sia tra i profeti ebrei che tra i greci come Pitagora, fino a raggiungere Babilonia e quindi il manicheismo. In seguito in Armenia si sviluppò la setta dei Pauliciani, che prendevano il nome da Paolo di Tarso, ovvero San Paolo e, senza far parte del manicheismo, rifiutavano l’Eucarestia e l’Antico Testamento, un’altra analogia con i Catari. Nel IX secolo Bizanzio (l’odierna Instanbul) scacciò questa setta che si spostò verso i Balcani. Tra Roma e Bisanzio e più precisamente in Bulgaria si sviluppò quindi la fede dei “Bogomili“, tale nome deriverebbe dal capo religioso “Bogomil”, che significa “amico di Dio” in lingua slava. Infatti così come i Catari, i Bogomili credevano che il mondo materiale fosse l’opera del demonio, conducevano una vita ascetica e non mangiavano carne. Altri invece erano più moderati e facevano una distinzione tra Eletti e semplici credenti, tramite una cerimonia che prevedeva l’imposizione delle mani.

Anche per i catari era previsto il “consolamentum“, una cerimonia riservata soltanto a coloro che avevano compiuto un periodo di formazione e che desideravano diventare sacerdoti.

In Italia il dualismo e quindi il catarismo si diffuse grazie ai “patarini”, così venivano chiamati dagli avversari del movimento (oggi anch’esso noto col nome di “pataria”) sorto verso la metà del XI secolo nella parte più umile del popolo milanese che si scagliava contro gli abusi ecclesiastici e l’oppressione dell’alto clero.

Le chiese catare in Francia, Italia e Oriente

Il tradimento di un vecchio cataro di alto rango, Ranieri Sacconi, che divenne inquisitore in Lombardia, portò alla scoperta dei luoghi considerati come le “chiese sostenitrici dei catari”.

In Francia abbiamo: Tolosa, Albi, Carcassonne, Agen e il nord della Francia; in Italia Desenzano, Concorezzo, Bagnolo, Vicenza, Firenze e la valle di Spoleto; in Oriente abbiamo Dragovitia (Macedonia), la Bulgaria, Philadelphia, Slavonia (Croazia) e due chiese a Costantinopoli, una greca e l’altra latina. Queste chiese sembravano essere legate tra loro, come un grande movimento spirituale europeo che si estendeva anche in parte del Mediterraneo.
A tale proposito Lucien Bely nella sua guida “Les Cathares”, afferma che ci siano state numerose interrogazioni sull’origine di questa fede. C’è chi sostiene che il catarismo occidentale sia stato l’evoluzione di religioni antiche e lontane, chi dice che sia nato per contrastate la Chiesa romana, oppure che si trattasse di una nuova forma di cristianesimo e forse anche un ritorno per alcuni aspetti al cristianesimo dei primi secoli.

La reincarnazione nei primi secoli del Cristianesimo

Rifacendosi al cristianesimo delle origini, i catari credevano nella reincarnazione. Non tutti sanno infatti che tra i cristiani dei primi secoli si parlava già di pre-esistenza delle anime.
Origene, uno dei padri della Chiesa, nella sua opera Contra Celsum (1, XXXII) chiede:
Non è razionale che le anime debbano essere introdotte in corpi secondo
i loro meriti e azioni precedenti…?” E nel De Principiis afferma che
l’anima non ha inizio né fine.

Anche San Gerolamo (340-420 d.C.), traduttore
della versione in latino della Bibbia, conosciuta come la Vulgata, nella
sua Lettera a Demetria, una matrona romana, affermava che alcune sette cristiane a suo tempo insegnavano una forma di reincarnazione come
dottrina esoterica, impartendola a pochi, “come una verità tradizionale
che non doveva essere divulgata”. Prima con Elena, madre di Costantino e poi con Giustiniano I nel Concilio di Costantinopoli del 553 d. C, ogni riferimento alla teoria della reincarnazione venne bandito dalla Chiesa e chi avesse continuato a parlarne sarebbe stato punito in quanto eretico.

La leggenda del ferro di cavallo

“C’era una volta un uomo molto cattivo, un assassino, il cui spirito, quando egli morì, entrò nel corpo di un bue. Questo bue ebbe un padrone molto severo che lo malnutriva e lo pungolava. Lo spirito del bue si ricordò allora che era stato un uomo e quando morì entrò nel corpo di un cavallo. Questo cavallo apparteneva a un gran signore che lo nutriva bene, ma una notte dei nemici giunsero per attaccarlo, così montò sul suo cavallo e lo spinse attraverso rocce e scarpate. Il cavallo durante la corsa incastrò uno zoccolo tra due rocce e nel tentativo di estrarlo perse il ferro di cavallo.

L’animale si ricordò quindi di essere stato un uomo e una volta morto il suo spirito entrò nel corpo di una donna incinta e si incarnò nel bambino che portava in grembo. Questo bimbo crebbe e divenne un buon cristiano (quindi un perfetto cataro). Un giorno egli passò insieme ad un suo amico nel luogo dove il cavallo era rimasto incastrato. Ricordandosi dell’accaduto, l’uomo il cui spirito era stato un cavallo, lo raccontò al suo amico e entrambi si misero a cercare il ferro di cavallo, lo trovarono e lo conservarono.”

Questo testo secondo Arnaud Sicre è la deposizione della testimonianza di Guillaume de Bélibaste, l’utimo perfetto cataro dell’Occitania, all’Inquisizione.
Dato che potevano rinascere sottoforma di animali, ai credenti catari era vietato ucciderli e mangiarli perché potevano ospitare l’anima di qualcuno.

Donne catare – la storia di Giraude de Laurac

Per i Catari un uomo poteva incarnarsi in una donna, in quanto per loro esisteva l’uguaglianza e la parità dei sessi. Le donne catare potevano diventare perfette e predicare : si trattava di qualcosa di straordinario nell’Europa del Mediovevo. Molte donne diventarono “perfette eretiche” tra cui Blanche de Laurac, Francesca de la Hille, Garsende du Mas Saintes Puelles, Guillelme de Fonters…

Fra queste Blanche de Laurac, una delle prime catare, divenuta vedova, entrò nel 1200 nell’ordine dei Catari assieme a sua figlia Mabila. Un’altra sua figlia, Giraude de Laurac, castellana di Lavaur, venne chiamata “Heretica Pessima“, la peggiore delle eretiche. Giraude infatti si rifiutò di consegnare i catari durante l’assedio del 1211 diretto da Simon de Montfort a Lavaur (Tarn,Occitania) e per questo venne gettata in un pozzo e lapidata. La strage di Lavaur portò al rogo 400 catari e all’impiccagione di 80 cavalieri, tra cui il fratello di Giraude, Aymeri.


Ancora oggi è possibile vedere nella vecchia casa dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme a Tolosa, quello che gli archeologi chiamano “Il sarcofago della Dama di Laurac”, probabilmente potrebbe trattarsi della celebre buona cristiana.
Inoltre, se avrete la possibilità di passare per cittadina di Lavaur chiedete dell’Esplanade du Plô e arriverete nel luogo dove prima si erigeva il castello e proprio lì troverete una lapide dedicata delle vittime dell’assedio, sulla quale è ben visibile la colomba catara, allegoria della pace. Inoltre la lapide riporta una scritta che richiama la profezia dell’ultimo cataro, Guilhem de Bélibaste: “A Lavaur il popolo occitano perse la sua indipendenza, ma tra settecento anni questo lauro rifiorirà“.

Per partecipare al Viaggio Mistico nella Francia Visionaria dal 4 all’11 settembre 2020 invia qui la tua candidatura.

Iscrizioni entro il 2 agosto.

Articoli precedenti :

Sul Sentiero dei Catari – parte 1

Sul Sentiero dei Catari – parte 2

Sul Sentiero dei Catari – parte 3