fbpx

Ho iniziato a studiare Ipnosi e le tecniche di induzione ipnotica quando avevo 19 anni, per mia curiosità e bisogno. Avevo voglia di mettermi in gioco, di superare i miei limiti e di entrare all’interno di questo laboratorio profondo che era la mia interiorità, definita in termini ipnotici,  “inconscio”.

Era grande la voglia di esplorarmi, di conoscermi, e di capire come “funzionavo”. Questo studio mi ha condotto a viaggiare molto, dalla vicina Bologna alla Francia, per seguire corsi tenuti da molti Maestri e apprendere, giorno dopo giorno qualcosa di nuovo, una tecnica in più, di cui testavo l’efficacia su di me e poi sui miei amici che si sottoponevano fiduciosi a questi esperimenti ipnotici.

Ho svolto migliaia di ore di pratica, e i miei Maestri mi hanno poi spronato a iniziare a insegnare ciò che avevo appreso e che avevo rielaborato. Sì, perché le tecniche ipnotiche sono innanzitutto un’arte. Che in base alla sensibilità e all’intenzione dell’operatore e del ricevente, può portare risultati differenti, ogni volta unici, spesso sorprendenti.

Tecniche di ipnosi non verbale

tecniche di induzione ipnotica

La parola ipnosi, che fa spesso paura a causa della letteratura che è stata prodotta dai mass media intorno a questa disciplina (soprattutto racconti e film), è un termine che viene dal greco ύπνος “hypnos”, e significa sonno.

Con l’ipnosi portiamo a dormire una parte di noi stessi; non per forza ci addormentiamo; molto più spesso si mette a dormire una parte del nostro cervello, legata all’emisfero sinistro: la parte giudicante e più razionale.

Tutte le tecniche che ho appreso aiutano ad indurre questo sonno, o trance ipnotica, per accedere all’emisfero destro del cervello, collegato all’inconscio, alla parte più profonda di noi stessi. Entrando in contatto con questa parte si possono superare dei traumi passati, rimuovere blocchi, far espandere le nostre risorse e i nostri talenti, migliorare le perfomance in qualunque campo tu stia immaginando in questo momento.

Molte di queste tecniche sono tecniche di ipnosi non verbale, in cui non si usa la parola. Si usa lo sguardo, la cosiddetta fascinazione. Oppure i passaggi magnetici chiamati anche mesmerici, dal medico Franz Anton Mesmer.

Mesmer è stato un medico dell’impero asburgico famoso per le sue guarigioni nelle corti europee; egli sosteneva che è presente nell’uomo un “fluido animale” e manipolandolo si poteva portare beneficio e guarigione alla persona. Riusciva a portare le persone in una profonda trance ipnotica, ed è considerato il bisnonno dell’ipnosi.

Queste tecniche non verbali vengono spesso mixate a tecniche verbali.

Tecniche di ipnosi verbale e conversazionale

Quando si è a distanza, come in questi giorni, è difficile usare le tecniche non verbali, ma rimane la grande efficacia dell’ipnosi verbale, ericksoniana (dal grande ipnotista statunitense Milton H. Erickson) e dell’ipnosi conversazionale. Queste utilizzano un linguaggio che va a colpire l’inconscio, fatto di immagini, metafore e colori. Senza dilungarci troppo sulla teoria oggi, voglio proporvi un esercizio da fare insieme, in cui vi chiedo di seguire le mie parole che potranno essere utili in questo periodo.

E’ facile in questo periodo cadere attanagliati dalla paura, soprattutto perché siamo chiusi in casa e il nostro corpo non ha spesso possibilità di muoversi correttamente come prima: il giusto movimento fisico influisce grandemente sul benessere della mente.

Una tecnica ipnotica per uscire dalla paura

Ed ecco per voi in regalo una tecnica di induzione ipnotica da provare in qualsiasi momento e quante volte desiderate.

La puoi seguire attraverso la registrazione che ti ho preparato cliccando qui

Guardate l’immagine qui sotto, seguendo i colori dal rosso in senso orario.

tecniche di induzione ipnotica

Fai tre respiri profondi. Immagina di trovarti in un bellissimo cinema e di vedere di fronte a te sullo schermo il colore rosso; che si trasforma in arancione, poi giallo, verde, blu, indaco (come la melanzana matura) e il viola. Immagina di entrare in un giardino, toglierti le scarpe e sdraiarti sul prato. Lasciati la libertà di sentire la paura nel tuo corpo. Dove si origina? Nella pancia? nello sterno? nel petto? Permettiti di sentirla. Se avesse una forma, che forma avrebbe? Che texture? calda fredda o tiepida? che colore avrebbe? Bene, ringraziamo queste sensazioni.

Ora immagina che a fianco te arrivi un tuo maestro, la tua guida. Ti passa una pozione. sull’etichetta vedi la risorsa che ti sta aiutando ad attivare ora. Qual è? L’amore incondizionato? la forza? Il coraggio? bevi tutta la fiala e senti quale parte del corpo ti sta riattivando. senti che calore ha, che forma, texture, e colore. Se senti che c’è bisogno e il tuo maestro di passa altre fiale con altre risorse, tipo tenacia, gioia, serenità, etc… accettale e rifai lo stesso procedimento. E ora immagina il colore e la forma della paura che si mischia con la prima risorsa, e con la seconda se c’è e con la terza. Poi respira. e Torna nel cinema e riparto dall’ultimo colore. viola, indaco, blu, verde, giallo, arancione, rosso. Al mio 5 torna nel qui e ora.

Ti é piaciuta? Come ti sei sentito/a durante questa esperienza?

CLICCA QUI per SCOPRIRE L’INTERO PERCORSO ON LINE

Cordis nobis gaudens

CHAKRUNA!