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Per il Giro degli Ecovillaggi d’Italia, siamo passati anche ad Assisi, alla comunità di Ananda, dove siamo stati accolti con amore e gratitudine dai responsabili della Comunità. Il sottoscritto Lorenzo Olivieri insieme ad Elena Simeonato che si è occupata delle foto, siamo stati invitati ad una preziosa conversazione con Deodan il responsabile delle relazioni esterne e Narya responsabile generale. Grazie a questa conversazione è nato questo articolo che vi invitiamo a prendevi del tempo per leggere con il cuore. 

Quando nasce il progetto della comunità di Ananda? 

Swami Kriyananda fondatore di Ananda e discepolo diretto di Paramhansa Yogananda

Narya: Il progetto nasce nel 1950, quando Swami Kriyananda discepolo diretto di Paramhansa Yogananda assisteva ad un evento pubblico, in cui il maestro disse di iniziare a fondare una comunità, aveva già visto questa modalità di vita come  il futuro dell’Umanità. 

In quel momento arrivò a Swami un’ispirazione e ha detto: “è questo che voglio fare”, questa sua energia nel fondare comunità è diventata realtà nel 1969, nella California del nord, dove insegnava le conoscenze spirituali di Yogananda e da li Kriyananda ha dato il via a questa comunità che attualmente ha circa 250 persone che ci vivono.

Da quel momento sono arrivate moltissime altre comunità anche nella costa est della California, e Kriyananda iniziò a venire spesso in Italia e questo accadde, verso gli anni 1955/60, veniva spesso invitato a Roma da alcuni amici. 

vita in comunita'

La conversazione tra Lorenzo Olivieri e Deodan Responsabile Relazioni Esterne e Narya Responsabile Generale di Ananda

Questa missione che è arrivata dagli insegnamenti di Yogananda, arrivò anche in Europa, quando Swami si accorse che anche qui iniziarono ad esserci numerose persone che cercavano un contatto con Dio. In Italia già conosceva molte persone, perché veniva a fare conferenze e iniziazioni al Kriya Yoga a Roma. 

Ad un certo punto, ha sentito che c’era la necessità di creare una comunità, all’inizio una signora offrì una casa che si trovava vicino al Lago di Como, lì è stato proprio l’inizio della comunità di Ananda in Italiano gli anni 1983/84. Poi si accorse che il Lago di Como era molto scomodo per chi veniva dal sud Italia, e ha iniziato a cercare un luogo dove ci fosse più spiritualità. Così è arrivato in Umbria, perché conosceva Assisi ha affittato una casa qui iniziando a dare energia a questo progetto, (la stessa casa dove abbiamo pranzato durante la visita). 

Da Assisi nel 1987, ha iniziato l’attività della comunità di Ananda qui, all’inizio abbiamo portato molta attenzione sul magnetismo e la meditazione, in quel periodo facevamo una vita più da monaci, poi sono iniziate ad arrivare le persone e da li ci siamo ingranditi sempre di più.

Quanti persone potete ospitare qui nella comunità di Assisi? 

vita in comunita'

Seminario nel Tempio di Ananda, (foto scattata pre covid)

Narya: Attualmente abbiamo posti letto per circa un centinaio di persone, abbiamo circa 2000 associati in tutta Italia, con un centinaio di residenti, alcuni vivono qui e offrono il proprio servizio alla comunità. 

In questi anni abbiamo creato una casa editrice “Ananda Edizioni”, una cooperativa chiamata Inner Life, con cui condividiamo prodotti legati al benessere, per sostenere la comunità. Viviamo in un posto dove non ci sono molti abitanti e per questo che abbiamo realizzato questi progetti. Le persone che vivono qui, sostengono sia a livello materiale la comunità, sia a livello energetico, per cui la comunità ha iniziato a fiorire ed è diventata molto conosciuta in Italia.

Siamo una comunità che seguono gli insegnamenti spirituali di un maestro e con gruppi di meditazioni in tantissime città italiane. 

Rappresentazione di Sri Yukteswar maestro di Paramhansa Yogananda (alla sinistra del maestro)

Ora abbiamo gruppi di meditazione anche in tutta Europa, Ananda all’inizio si chiamava appunto Ananda Europa, l’energia che unisce tutti noi, sono gli insegnamenti spirituali. Quando qualcuno arriva qui, non fa un pellegrinaggio, ma un’esperienza di vita e si immerge nelle conoscenze di Yogananda. Man mano che la persona pratica questi insegnamenti, inizia a viverli.

Chi inizia a vivere gli insegnamenti, può chiedere di trasferirsi in comunità perché pensa di essere pronto, e a questo punto

c’è un programma di formazione che dura un anno, per poter preparare la persona interiormente alla vita in questa comunità.

A volte molti si fanno certe fantasie della vita in comunità, poi in realtà non fa per loro, è molto importante sentirsi pronti e fare una esperienza formativa e di vita degli insegnamenti di Yogananda. Oppure qualcuno decide di iniziare una comunità a casa loro, noi aiutiamo e sosteniamo anche questo tipo di progetti. Avendo l’esperienza, è facile comunicarla ed evitare che facciano degli errori.

In molti basano la comunità troppo sulle cose, invece che sulle persone, le comunità sono le persone e non la casa.

Se viene un terremoto cade la casa ma non le persone, il nostro motto principale qui ad Ananda è: 

Le persone sono più importanti delle cose.

Qui c’è un sostegno continuo di cui tutti abbiamo bisogno, è molto importante il Sadhana che è la meditazione regolare, per entrare sempre più in sintonia con gli insegnamenti e poi c’è la parte molto bella della condivisione dell’amicizia, questo si chiama Satsang, in cui si entra in contatto non solo in amicizia, ma anche in vibrazione con le persone. 

Poi c’è un altro passo molto importante che è quello di condividere gli insegnamenti di un unico maestro, è chiaro che ci sono molti maestri nel mondo, e sono tutti giusti, ma questa comunità si basa sugli insegnamenti di Paramhansa Yogananda. 

Come secondo voi le differenti comunità possono cooperare tra di loro? Quale potrebbe essere la visione comune, anche tra diverse comunità? 

La comunità di Ananda, (foto pre covid)

Deodan: Quando ho letto il famoso libro, Autobiografia di uno yogi ho cercato questa comunità e l’ho trovata proprio il 25 aprile del 2013, mi ricordo bene questa data perché sono arrivato proprio quattro giorni dopo che Swami Kriyananda aveva lasciato il corpo. La prima volta che sono entrato nel tempio, che abbiamo qui, ho trovato il suo corpo che era ancora li. Solo dopo ho capito che era un periodo benedetto e particolare

Quando una persona di così alto livello lascia il corpo, è una grande benedizione, perché ogni discepolo prende dal maestro degli aspetti, che noi chiamiamo un raggio, la missione di Swami era proprio quello di creare comunità.

Io credo che siamo proprio nel periodo storico delle comunità.

Yogananda diceva: “le comunità si propagheranno come un incendio ed è proprio la soluzione a tutti i problemi che ha questa società”.

I Maestri su cui si basano gli Insegnamenti di Ananda

Vivendo in comunità ci si trova a fare un lavoro su noi stessi, vivendo in cooperazione, in armonia e amore, con alti ideali. Cambiando noi cambia l’ambiente circostante. Anche a noi questa emergenza covid ci ha portato a fare delle cose, che prima non facevamo.

Yogananda diceva: “tutte le cose sono neutre” e quindi è importante prendere anche le cose più positive delle situazioni più impegnative. 

Ricollegandomi alla nostra comunità, questo periodo storico, ci ha permesso di creare la nostra agricoltura e diventare più autosufficienti, la nostra caratteristica è quella di essere sopratutto un ritiro per ospiti, mentre in America è proprio un villaggio, questo ci prendeva molta energia. Mentre in questo periodo di lockdown, abbiamo dato molta energia all’agricoltura per essere più autosufficienti, questo ci permetterà di proseguire le nostre opere su più aspetti. 

Che rapporto avete come comunità con le istituzioni? Sono a conoscenza della vita comunitaria come la vostra in Italia?

Deodan & Narya

Narya: Quello che è successo, la prima volta che siamo arrivati qui è che non c’era consapevolezza di cosa fosse una comunità intesa come esperienza di vita, con persone che si dedicano ad una vita comunitaria. Non esisteva una legge che supporta questo tipo di vita, attualmente tutte le comunità in Italia, sono associazioni. 

Ma le associazioni sono diverse da una comunità,

le istituzioni hanno sempre visto queste comunità in maniera anomala all’inizio. E’ stato molto difficile all’inizio farci riconoscere dalla società, perché eravamo visti come quelli strani, e nessuno sapeva bene quello che si faceva. 

Poi con il tempo grazie al numero degli ospiti, che noi comunichiamo all’ufficio del turismo, si sono accorti di un numero di presenze enormi a differenze delle strutture ricettive dei paesi di cui siamo vicini, allora abbiamo iniziato ad avere rapporti istituzionali, anche per chiedere se potevamo allargare la comunità, costruire il tempio e altre case, da qui è iniziato un ottimo rapporto.

Ora le istituzioni stesse ci chiedono consigli, infatti il CO.N.A.C.R.E.I.S. l’ASSOCIAZIONE NAZIONALE di promozione sociale che è il Coordinamento Nazionale delle Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore e Spirituale, ha partecipato a formulare una proposta di legge per far riconoscere le comunità intenzionali, che è praticamente un’espansione della legge sul diritto di famiglia.

Le comunità sono una famiglia a tutti gli effetti, non siamo parenti ma la modalità con cui viviamo e ci supportiamo sono le stesse.

Questa legge è molto importante, perché una comunità non è un’associazione, ad esempio il co-housing è un’altro tipo di convivenza comunitaria o famiglia allargata. 

Noi ci siamo mobilitati da anni, per far riconoscere le comunità a livello istituzionale e crediamo che il momento giusto per arrivare al grande pubblico sia arrivato. Conosciamo sempre più persone che vorrebbero trasferirsi qui,

in molti si stanno accorgendo che la propria vita classica non gli da profondità, la vita di tutti i giorni nutre molto la parte mentale, ma la parte dell’Anima viene nutrita poco. 

In molti decidono di entrare, mettendosi al servizio della comunità e vivendo gli insegnamenti del nostro cammino sincero e di qualità che arrivano dalle conoscenze spirituali di Paramhansa Yogananda. In molti si stanno accorgendo che le città, sopratutto in periodi di crisi come questo sono molto limitate, non ti offrono quel grado di protezione invisibile che c’è in una comunità, in cui vieni sorretto spiritualmente dalla comunità. 
Questo viene a mancare nelle grandi città, in cui ciascuno si isola, e le persone si trovano in grandi difficoltà quando arrivano problemi come quello del covid.

Mai più di prima, in questo momento di cambiamento e di incertezza mondiale, l’importanza delle comunità è vitale per la razza umana.

Se arriva la legge che ci aiuterà bene, ma se non arriva,

le comunità saranno comunque, come diceva Yogananda, uno stile di vita ideale per il futuro per i nostri figli e i nostri nipoti.

Vivere in amicizia fraterna è bellissimo, ed è importante scambiarci informazioni ed esperienze.

Ad esempio attualmente Deodan è il primo candidato della comunità di Ananda al consiglio comunale di Gualdo Tadino, ed è una bella esperienza, perché siamo convinti che più c’è condivisione con persone che vivono nella comunità, più i cittadini dei paesi limitrofi vedono e hanno chiaro quello che facciamo, così tutto viene ricalibrato.

Ciò che non conosci fa paura, ma quando conosci apprezzi questa condivisione tra persone e questo stile di vita.

In questi anni abbiamo assunto anche persone locali, in un’ottica di valorizzare il territorio, perché i giovani attualmente vogliono fare agricoltura, e se c’è un ideale dietro come il nostro, le persone vengono qua e sono ancora più motivati nella vita dei campi. 

Le Coltivazioni Biologiche: Terre di Luce di Ananda ad Assisi

Noi abbiamo circa 100 ettari di terra, tra cui bosco, pascolo, seminativo, per creare autosufficienza, posti di lavoro, accoglienza nelle case rurali e nell’agriturismo e nell’area campeggio che vogliamo fare. Questo offre a molte persone di vivere la vita comunitaria, sia come ospiti, sia come residenti che fanno un’esperienza di un anno e poi decide cosa vuole fare. 

Come si può entrare a far parte della comunità di Ananda di Assisi? 

Narya: Le persone che arrivano qui già conoscono questi insegnamenti di Yogananda, ma più li vivono e più si innamorano di questo stile di vita, vengono più volte come ospiti e dicono di poter fare il proprio lavoro anche all’interno di questa comunità, altri hanno figli e vengono nella scuola che gestiamo e diventa tutto un circolo virtuoso. Ognuno si può inserire nella comunità nel modo in cui crede, ad esempio chi ha qualche ora al giorno libera, può andare a prestare servizio nell’orto a raccogliere i pomodori, oppure qualcos’altro, c’è sempre una certa flessibilità. 

Se qualcuno vuole fare qualcosa, in una comunità come la nostra c’è sempre da fare. 

Siamo ben felici di accogliere le persone, perché questo scambio nutre dentro, è parte del nostro insegnamento, rendersi disponibili e offrire la propria disponibilità per ogni persona che viene. Questo è lo spirito della nostra comunità, ogni comunità ha la sua forma e va sempre bene.

Quando c’è armonia tra le persone che compongono la comunità, ogni tipo di convivenza funziona bene, la cosa che ti mette alla prova è creare questa armonia.

A volte è necessario lasciare andare le proprie idee personali, o trovare un equilibrio tra la propria idea e quella degli altri. 

Il Nuovo progetto cartonato del Tempio della Gioia di Ananda ad Assisi

Se uno giorno dopo giorno, riesci ad entrare in questa forma di elasticità mentale, la comunità è un luogo meraviglioso. Prendete in considerazione che alcune delle nostre comunità di Ananda sono in città, come quella di Palo Alto in California, perché molte persone hanno molta difficoltà ad uscire dalla città, qui hanno un bel gruppo di case, con dei bei giardini dove possono vivere gli insegnamenti, mangiano insieme e condividono un sentiero spirituale, poi la mattina vanno a lavoro. All’interno di queste comunità ci sono anche alcuni che non lavorano, perché sostenuti da altri, che magari cucinano, preparano la comunità e gli insegnamenti. 

Poi ci sono altri che vivono li, che chiedono di andare in pensione e si trasferiscono in altre comunità magari fuori dalla città, ad esempio Ananda Village al nord della California, quella è in campagna a circa 20 km dalla città più vicino.

Tutta questa varietà di proposte è importante che ci sia, perché chi sente la chiamata, possa sperimentare un sentiero spirituale e la vita comunitaria li dov’è.

Lo stesso Swami Kkriyananda si è trasferito dall’Italia all’India, perché voleva iniziare, a portare il messaggio di Yogananda in India, anche se Yogananda è indiano, quasi tutta la sua vita l’ha passata fuori dal suo paese, in America. In questo caso Swami non ha iniziato in campagna, ma in periferia, nel posto più caotico di Nuova Deli, che è proprio il centro dove ci sono milioni di persone, ha preso una casa e da li ha iniziato a condividere l’insegnamento. 

Per cui non è che ci sia una cosa che funziona meglio, o una cosa che funziona peggio, tutte le cose funzionano se c’è Armonia.

A livello economico come viene gestita la comunità di Ananda? 

Le Coltivazioni Biologiche: Terre di Luce di Ananda nei pressi di Assisi

Deodan: Anche noi siamo in una fase di transizione, ma ci sono comunque vari modi per vivere qui:

Abbiamo ancora un sistema Ashram, in cui le persone fanno servizio e hanno una casa qui ad Ananda, ricevendo un piccolo compenso e sono al 100% dedicate alla comunità.

Generalmente all’inizio si fa un periodo di Ashram perché questo permette di non avere molti pensieri e concentrarci sugli insegnamenti spirituali. Poi dopo ciascuno sente cosa è meglio per se.

Qui si può vivere in famiglia, da single, in coppia, da Monaco qualcuno che sente la chiamata prende i voti. 

La comunità ha una sua economia, basata sullo spirito di servizio, ed è necessario sopratutto all’inizio, non pensare al lavoro e alla parte economica, questo stress psicologico all’inizio viene tolto, per permettersi di capire a quale livello si entra in comunità. Così ci si sente protetti, ad esempio hai la possibilità di utilizzare una macchina e utilizzare il piccolo compenso che ti viene donato. 

Nella vita classica anche fuori della comunità i conti sono presto fatti: quando qualcuno prende lo stipendio lo deve dare per l’affitto, le spese e per il sostentamento, qui sei supportato dalla comunità nella tua entrata in questo stile di vita. 

Noi consigliamo a tutti quelli che entrano di prendersi questo periodo sabbatico di almeno un anno, che può durare anche di più, abbiamo persone che sono qui che sono in Ashram da molti anni. 

Narya: Ci sono altre comunità che mettono tutte le risorse economiche insieme e poi si dividono la gestione, ma avere tutto questo controllo economico sopratutto all’inizio, secondo Yogananda e Swami Kriyananda, diluisce un pò la propria libertà mentale. 

Ti affidi, sai che le persone che stanno portando avanti la dimensione economica hanno esperienza di oltre 30 anni anche di vita comunitaria e le persone fanno questo servizio, libero da questi pensieri.

Questo è una cosa bellissima, così puoi entrare nella meditazione con più tranquillità e meno stress psicologico. 

Anche se la sfida economica è sempre presente anche in una comunità come la nostra, ma ad un certo periodo di rendi conto di una cosa ad esempio:

quando una cosa dura poco diventa un’eccezione, quando dura tanto diventa normalità, per cui si vive sapendo che alla fine c’è sempre una grazia dietro. 

Perché anche la nostra comunità è iniziata con delle difficoltà economiche, ma che per noi sono delle benedizioni, le persone non si trasferiscono qui perché stanno bene e non devono pensare, c’è una motivazione molto più profonda. 

Questo fa si che la comunità deve rinnovarsi sempre energeticamente, per poter attrarre le risorse economiche fondamentali. In questo periodo di covid stiamo avendo delle difficoltà maggiori a livello economico, però le stiamo affrontando con entusiasmo e determinazione.

Ci affidiamo ad una grazia più alta, questa grazia non è di Ananda ma di Yogananda, noi ci affidiamo a loro ai nostri maestri, e noi siamo qui per portare avanti questi insegnamenti. 

Nei periodi di difficoltà ci affidiamo, e poi in qualche modo arriva sempre la grazia, anche all’ultimo minuto. 

Quì c’è una volontà superiore, ci affidiamo a questa volontà che ci permette di vivere bene con serenità ogni giorno.

E’ una qualità del cuore la serenità e la pace, se ce l’hai dentro la porti anche fuori, se non ce l’hai dentro non la porti neanche fuori.

Su queste basi Ananda è stata costruita e ormai sono più di cinquant’anni che c’è, per cui l’esperienza nell’affidamento verso Dio e verso i Maestri, in qualche modo funziona. Lo vediamo dalla quantità di persone che vengono a trovarci e che frequentano i nostri corsi online ad esempio.

Prima del covid non ci potevamo immaginare di questa grande potenzialità del mondo digitale, ad esempio ora ci possono essere 20 persone nel tempio, e 100 da casa che ci seguono. 

Le comunità sono diventate un esigenza importante, le persone partono in una comunità sotto casa e poi chissà vanno in altri luoghi e perché no perfino in Perù come hai fatto te Lorenzo.

Questa è la base su cui funziona Ananda, ma pensiamo che sia la base su cui funzionano tutte le comunità sane e longeve. Alcuni pensano che le comunità siano ricche perché hanno tante case,

ma la ricchezza della comunità sono le Anime e le Persone e non le proprietà immobiliari. 

Puoi vedere una bella persona, ma quando vedi una comunità di belle persone, in realtà sono belle perché fanno qualcosa che li rende belli, questo è lo spirito delle comunità. 

Speriamo che lo spirito delle comunità possa fiorire e diventare sempre più grande nel cuore di sempre più persone.

Pensiamo che questa sia la soluzione allo smarrimento che hanno attualmente gli Esseri Umani.

p.s.

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