Due settimane fa abbiamo inviato una mail che parlava del Sun-gazing, l’esercizio di fissazione del sole in alcune ore particolari del giorno che ha grandi benefici sul corpo e sulla psiche umana. Pochi giorni dopo ci ha scritto Luca Minganti, parlandoci del suo interesse per i viaggi nel Perù Visionario e facendoci i complimenti per la mail. Luca ci ha anche raccontato che mette in pratica da molti mesi alcuni concetti ed esercizi che abbiamo descritto nella mail. Grazie ad una particolare preparazione e anche all’aiuto del sun-gazing è diventato breathriano: da alcuni mesi si nutre quasi solo esclusivamente attraverso l’energia pranica. Abbiamo deciso così di intervistarlo per approfondire il tema e perché alcune tecniche le scopriremo e utilizzeremo nel nostro prossimo Viaggio in Perù.
Partiamo con la prima domanda a Luca:
Cosa significa essere breathariano? Per quale motivo e quando hai iniziato?
Essere breathariano, respiriano o pranico (il termine pranico è quello che preferisco) significa materialmente vivere di prana che è l’energia vitale, ciò di cui tutto è composto. Un pranico non prende il sostentamento dal cibo solido o liquido, ma appunto dal prana. Gli esseri totalmente pranici non hanno bisogno nemmeno dell’acqua.
Un pranico sa che tutto è possibile, ne è la prova. Tutto è luce o vibrazione o suono, e tra l’osservatore e l’osservato non c’è vuoto, ma materia, la stessa che compone tutto, questo è il prana. Quindi tutto è uno. L’ albero prende il nutrimento dalla luce del sole e ci dà un frutto che nutre. Perchè non poter saltare questi passaggi? Se ci si rende disponibili ad essere sostentati dall’esistenza essa lo fa, ovviamente per la maggior parte delle persone c’è bisogno di fare un processo, ma alcuni lo sono diventati spontaneamente. Essere pranico fondamentalmente significa essere autosufficiente, non attribuire la propria esistenza a qualcosa al di fuori di sé. Quando siamo innamorati o facciamo qualcosa che ci piace può capitare di saltare pasti e di non sentire la fame, questo è un pasto pranico.
Non lo si vive come rinuncia a qualcosa, ma come un appagante senso di pienezza che deriva dall’essere e non dall’avere o dal fare qualcosa. Un essere pranico può mangiare cibo solido, basta prepararsi o essere preparati al momento. Sono “diventato” pranico a maggio di quest’anno (quindi non è tanto) con il processo dei 21 giorni. Ora faccio un pasto a settimana in media, ma non mi impongo regole e a volte mangio anche due volte a settimana.
Quando mangio lo faccio da onnivoro e non per nutrirmi, ma per sentire il senso del gusto che altrimenti non si esprimerebbe mai; questo modo di vivere lo stato pranico è il mio e ognuno ha il suo in quanto tutto è possibile e non ci sono regole prestabilite (se ho voglia di fumare, fumo e se ho voglia di bere alcool bevo; ovviamente non lo faccio spesso) l’importante è essere consapevoli di ciò che si sperimenta. Ciò che mi ha spinto a fare questo cambiamento è stato un video su internet che ho fatto partire per caso (un caso non era) e da quel momento non ho pensato ad altro. Dopo aver letto tutti i libri in italiano sull’argomento sono partito per il processo. Tutto questo è accaduto nell’arco di un mese, immaginate come è stato convincere i miei genitori che non sarei morto!! Tutto il mio essere voleva fare questa esperienza e non andare sarebbe stato un tradimento verso me stesso. Un’ottima fonte di energia per me è il sole, mi prendo spesso lunghi momenti in cui lo fisso ad occhi aperti, in quel momento la connessione è estrema, la sensazione è di un abbraccio di benessere. Quando finisco sono estremamente stimolato e arrivano risposte o intuizioni una dietro l’altra. Il sungazing comunque è consigliato all’alba e al tramonto per proteggere gli occhi, ma io non avendo tossine, non rischio che la retina si bruci. Per spiegare bene l’alimentazione pranica e lo stato pranico non basterebbe scrivere un libro quindi queste sono solo alcune informazioni prese dalla mia breve esperienza.
E’ un approccio adatto a tutti o a chi lo consiglieresti?
Non è un metodo per dimagrire, non è per stare più in salute, non una competizione con se stessi per diventare sempre più “santoni”. E’ per me un’ ottima via, come ce ne sono tante, per fare l’ esperienza dell’unità e della dualità dal punto di vista dell’unità. Lo consiglio solo a chi lo sente nel cuore; agli altri lo Sconsiglio vivamente in quanto può essere veramente pericoloso. Detto questo, credo che chiunque sia pronto, è destinato a farcela.
Quali benefici ha avuto sulla tua vita? Cosa ti manca rispetto alle abitudini precedenti, condivise dal 99% della popolazione mondiale?
I benefici sono tanti: la continua “connessione”, un corpo nuovo, capacità nuove, un altro sentire, tempo, guarigione, un rapporto stretto con il sole, la luna e con la natura ed i suoi abitanti; libertà, tanta libertà, che si spinge oltre il concetto (se ne esiste uno) della parola stessa. Inoltre c’è un cambiamento nel sonno, nella sessualità, e nelle funzioni fisiologiche. Un pranico vive nell’unità e non nella dualità. Ciò che mi manca…bè decisamente i tortellini (anche se fanno sempre parte del mio pasto settimanale); la convialità del cibo: quando sono giù di morale lo rimpiango come valvola di sfogo, ma poi appena mi riconnetto ne comprendo nuovamente l’illusione e tutto torna nella sua imperfezione assolutamente perfetta. Un altro svantaggio-vantaggio è che difficilmente riesco a impormi di fare qualcosa: faccio solo ciò che mi fa stare bene. Rientrare nella società dopo il processo è stato difficile perchè i familiari e gli amici si preoccupano per te, gli estranei pensano che sei pazzo, ma va bene così. Ora tutti mi dicono che emano una bella energia e comprendono.
Cosa accade per te nei giorni invernali, con pochissima luce?
Pratico l’alimentazione pranica da Maggio e questo sarà il primo inverno 🙂 la luna si prenderà cura di me. Sperimenterò il “moongazing” (voleva essere una battuta, ma mi sono reso conto ora che lo farò veramente). Scherzi a parte il prana è ovunque, la cosa non mi preoccupa. A Novembre andrò in Norvegia a vedere l’aurora boreale e a Capo nord. Lì mi testerò subito con giornate in cui il sole ci sarà per poche ore.
Grazie Luca per questa Testimonianza che ci ha fatto riflettere e sovverte una delle principali credenze umane!
Chi è Luca Minganti
Sono quella parte del tutto che in questa vita è chiamata Luca, vivo a Imola dall’11\09\1984 che da bambino ha fatto il bambino e che da adulto ha fatto l’esperienza dell’ istituto tecnico industriale e come impiego il tecnico delle caldaie. Ciò mi ha depresso quindi stimolato a cercare me stesso. Ora, dopo diversi lavori, sono un piercer che fa piercing nello studio mio e di mio fratello, che invece si occupa di tatuaggi. I gradini fondamentali della mia esperienza post infanzia sono stati: la rabbia adolescenziale, la politica post adolescenziale, l’ abbandono della politica, la depressione adolescenziale e post adolescenziale, una ragazza di nome Francesca che ora non sta con me, gli amici, Silvia la naturopata che mi ha dato l’opportunità di rinascere, vipassana, la scoperta della fiducia, dell’ amore e di tutto ciò che è “sottile”, la conoscenza e l’esperienza diretta di tutto ciò. In fine l’esperienza pranica per ora è la magica ciliegina sulla torta su cui continuare a esperire vita.
Non prendetemi per pazzo lo faccio anche perchè voi possiate continuare a mangiare fiorentine con patate alla facciaccia mia il che nella sua imperfezione è comunque perfetto, come tutto ciò che ci circonda. Ciao a voi che siete parti di me e io di voi.